Carissimi,
Francesco di Sales continua ad esporre il suo pensiero sul rapporto tra carità e umiltà facendoci notare come tanta gente nel mondo, vedendo una persona molto devota, subito la considera “santa”. Ma perché è santa? “Perché passa molto tempo in chiesa, recita tanti rosari e ascolta tante messe?…Perché fa spesso la comunione?…Perché versa molte lacrime nell’orazione?…Perché elargisce tante elemosine?”
Tutto questo è bene, afferma l’Oratore, ma per considerarla “santa” bisogna chiedersi se possiede umiltà e carità. E prosegue: “Se non ne ha, del resto non me ne importa niente; le sue virtù sono soltanto fantasie e non vere e solide virtù”. I Farisei, ai tempi di Gesù, osservavano scrupolosamente la Legge di Mosè ed erano ritenuti rispettabili dal popolo. Ma il Signore, leggendo nei loro cuori, li etichetta come ipocriti e vanitosi e di questa loro ipocrisia san Matteo nel parla in modo molto chiaro nel capitolo 23 del suo Vangelo. Sempre citando i brani evangelici (Mt 7,22-23; Lc 13,27), il de Sales aggiunge: “Molti diranno a Nostro Signore, nel giorno del giudizio: Signore, abbiamo operato miracoli nel tuo nome, nel tuo nome abbiamo guarito i malati, i tuo nome abbiamo risuscitato i morti. E Nostro Signore risponderà loro: Non vi conosco, operatori di iniquità. E’ vero che avete operato tutte quelle cose in mio nome, ma non secondo il mio nome; per questo non vi conosco affatto e non avrete alcuna ricompensa, né parte con me”. Che cosa vuol dire dunque agire nel nome del Signore ma non secondo il suo nome? Francesco lo spiega chiaramente citando il libro dell’Apocalisse (3,14-17) nel quale il Vescovo di Laodicea che credeva di essere ricco e non aver bisogno di nulla, viene definito come infelice, miserabile, povero cieco e nudo. Certamente quell’uomo aveva agito usando il nome di Gesù Cristo, ma non secondi il suo cuore. Pur avendo “realmente grandi talenti e ricchezze interiori…era in se stesso gonfio di orgoglio e di vanità, era povero davanti a Dio e vuoto di ogni bene”. Possedere tanti talenti, ma non avere l’umiltà e la carità, non serve a nulla agli occhi di Dio. Con ciò che segue concludiamo la sezione odierna: “Se pensaste di avere la carità senza l’umiltà, vi ingannereste, perché sarebbe come chi volesse posare il tetto della casa senza aver prima scavato le fondamenta e costruito i muri…La carità è la copertura e il tetto di tutto l’edificio della perfezione cristiana, mentre l’umiltà ne è il fondamento…”.
Preghiamo
Signore tu ci vuoi santi e cioè testimoni umili del tuo amore in mezzo ai nostri fratelli. Non permettere che la vanità e l’orgoglio abbiano la meglio sul nostro desiderio di agire sempre secondo il tuo cuore. Amen
Anche oggi ricerchiamo, prima di tutto, l’umiltà…il resto verrà di conseguenza.
Buona giornata,
PG&PGR