7 Aprile 2025: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

ancora una Esortazione in occasione della  Vestizione di una nuova Visitandina; era il 15 ottobre del 1618. Un ordine fiorente, all’epoca, quello della Visitazione di Santa Maria; oggi si contano circa 2.000 sorelle divise in 137 monasteri sparsi in tutto il mondo. Vi sarete certamente accorti che queste Esortazioni, generalmente, avevano una cadenza settimanale e, in forma di istruzione, erano aperte a tutti; oggi le chiamiamo catechesi e il caro Vescovo voleva tenerle personalmente. La parabola “guida” cui fa riferimento è quella che Gesù racconta in Matteo 22,1-14, e che “espone ai Giudei per rimproverarli della loro infedeltà e della loro malizia”. Chissà quale parabola inventerebbe oggi Gesù, per parlare delle tante infedeltà e di tutta la malizia che c’è nel mondo! Dunque, in breve Egli dice che il Regno dei Cieli è simile ad un Re che invita i notabili del regno per la festa di nozze del Figlio. Alla prima “chiamata”, fatta attraverso i servi, molti di questi accampano scuse non accogliendo l’invito. Alla seconda, stessa risposta con l’aggravante che alcuni di quei servi vengono uccisi. A questo punto, su ordine del Re, altri servi vengono inviati per invitare “tutti i poveri, malati, sordomuti, zoppi, ciechi, gobbi, sciancati, dicendo loro: il re ti prega di venire al suo banchetto”. L’allegoria ci sembra evidente: ogni domenica il Padre ci invita alla festa di nozze del Figlio, alla sua mensa che è l’Eucarestia, ma quante scuse trovano tanti fratelli e tante sorelle per declinare l’invito? Il Signore non guarda se siamo brutti o belli, giovani o meno giovani, sani o con qualche problema, l’invito è rivolto a tutti con la stessa insistenza: il re ti prega di venire al suo banchetto! E, riempita la sala, continua, il banchetto ebbe inizio. Quando il Re scese nella sala, bene addobbata, preparata con cura, con vivande succulenti, per salutare gli ospiti, ne scorse uno che non indossava la veste nuziale e venne cacciato fuori. Da notare che la veste nuziale rappresenta, come Francesco ci spiegherà più avanti, la buona volontà e, al tempo stesso, l’abito che riveste l’uomo nuovo di cui abbiamo a lungo parlato nei giorni scorsi. Il de Sales si sofferma a sottolineare che il rifiuto di partecipare alle nozze del Figlio viene dai “benpensanti” del tempo: Farisei, scribi, Dottori della Legge, praticamente da coloro che avrebbero dovuto guidare il popolo, ma che Gesù stesso chiama “guide cieche” (Mt 23,16.24). Gli altri, quelli che accolgono l’invito, i “poveracci”, sono tutti quei popoli che, pur non appartenendo al Popolo eletto, hanno accolto la Parola: «Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò» (Mt 11,28). Ma anche tra questi c’è chi non se la sente di indossare la “veste nuziale”…

Preghiamo

O Padre, che con il dono del tuo amore ci riempi di ogni benedizione, trasformaci in creature nuove, per essere preparati alla Pasqua gloriosa del tuo regno. Amen

 

Oggi, questo invito alle nozze dell’Agnello, il Padre lo rivolge ad ognuno di noi. Visto che siamo nei giorni che precedono la Settimana Santa,  che ne dite di prepararsi alle “nozze” con una buona confessione? Buona giornata,

PG&PGR