28 Marzo 2025: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

un atleta serio non si accontenta della medaglia di bronzo, ma si impegna seriamente per mirare a quella d’argento e poi  quella d’oro. Francesco di Sales, da buon allenatore di anime, ci pone questa domanda: “E’ amare sufficientemente Dio accontentarsi di amarlo come coloro che osservano i suoi comandamenti?” Sono in molti a pensare che l’osservanza dei comandamenti (magari dimenticandone qualcuno!) sia sufficiente per “sentirsi a posto” di fronte a Dio. Non bestemmio, non uccido, non rubo… Ma il Nostro è di diverso avviso: “Chi si accontentasse di questo senza desiderare di amarlo di più, intendo dire senza desiderare di aumentare il suo amore verso la divina Bontà, non l’amerebbe abbastanza”. Riflettiamo: il Signore Gesù, per amore dell’uomo, non solo si è incarnato, ha sofferto la fame, la sete, ha sopportato la stanchezza, il rifiuto, gli insulti, l’abbandono dei suoi amici. Probabilmente questo sarebbe stato sufficiente per salvare l’umanità. Ma Egli ha voluto andare oltre morendo di una morte orrenda e ignominiosa. Seguendo, dunque, il suo esempio riguardo all’amore di Dio “non bisogna mai dire: Basta così, sono contento”, in quanto, come dice anche sant’Agostino, “non ne avrebbe a sufficienza”. Per questo, continua Francesco: “Noi dobbiamo sempre aspirare e sospirare al sacro amore, affinché piaccia a Nostro Signore di darci un amore corrispondente a quello che Egli ha per noi”. La nostra mente è limitata e limitato è il nostro cuore e, probabilmente non pensiamo a sufficienza “all’amore che Dio porta a noi e in virtù del quale siamo così teneramente amati”. Dio non esprime il suo amore chiedendoci soltanto di amarlo profondamente con tutto il nostro essere, ma va oltre offrendoci se stesso nel sacramento dell’Eucarestia: “Nel suo Sacramento, sembra che non gli potrà mai bastare di invitare gli uomini a riceverlo, ed illustra in modo meraviglioso il bene che ha preparato per quelli che se ne avvicinano degnamente”.  Rileggiamo alcuni passaggi del famoso discorso nella sinagoga di Cafarnao (Gv 6,50.52.55.58): «Io sono il pane disceso dal cielo; chiunque ne mangia non morrà in eterno; chi vorrà bere il mio sangue e mangiare la mia carne avrà la vita eterna; io sono il pane della vita…»”. E nel testo di Luca (22,15) il Signore esprime il suo desiderio per la nostra salvezza: «Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione». E, per oggi, il de Sales conclude: “E in centinaia di altri modi ci ha manifestato l’ardore del suo amore in tutto il corso della sua vita e principalmente nella sua passione e morte”. Nell’amare l’uomo il Signore ha voluto salire sul gradino più alto del podio: quello del Calvario.

Preghiamo

Padre santo e misericordioso, infondi la tua grazia nei nostri cuori perché possiamo salvarci dagli sbandamenti umani e restare fedeli alla tua parola di vita eterna. Amen

 

Non appena avremo la possibilità di accostarci al sacramente dell’Eucarestia, ripensiamo a queste cose. Buona giornata,

 

PG&PGR