Carissimi,
i tre arcieri sono lì, pronti a scoccare le loro frecce. Francesco di Sales, dunque ci dà la spiegazione di questa similitudine: “L’amore che il popolo comune porta a Dio, è raffigurato dal primo dei tre arcieri che abbiamo immaginato, in quanto sono decisi a morire piuttosto che offendere mortalmente la divina Maestà non osservando i suoi comandamenti. Mantengono sempre teso l’arco di tale decisione, pronti a scoccare la freccia della loro fedeltà in tutte le circostanze nelle quali sarà necessario manifestare che l’amore che gli portano è il più grande di tutti gli amori, dando sempre spazio all’amore per il Creatore su quello per le creature, anche su quello che hanno per il loro papà, la loro mamma, la moglie, i figli; e sono certamente felici di conservare tale fedeltà a Dio, perché amandolo in tale modo sono certi di non cadere in sua disgrazia”.
Dunque questo primo arciere è simile a quei cristiani che, senz’altro amano Dio, ma si accontentano della…sufficienza. Continua: Ma ci sono delle anime più nobili e generose che, sapendo che non basta la sufficienza nell’amore di Dio (come dice anche san Bernardo), vanno oltre. Esse sono simili al secondo arciere da noi immaginato, che non soltanto ha il suo circasso (faretra) pieno di dardi e il suo arco pronto al tiro, ma tira molto spesso, lasciando il minor tempo possibile tra un tiro e l’altro, non aspetta che sia necessario, ma lancia i suoi dardi ad ogni ombra di necessità. Quelle anime, dunque, che io assomiglio al secondo arciere, sono quelle che escono dall’andazzo comune del popolo per condurre una vita più perfetta, sia che essi se ne separino totalmente o no, e che non si accontentano di vivere secondo l’osservanza dei comandamenti di Dio, ma vanno oltre ed abbracciano la pratica dei suoi consigli”. Qui sembra che il de Sales voglia includere, oltre a chi sceglie la vita religiosa, anche quei laici che scelgono di vivere l’amore di Dio in modo più profondo di altri come abbiamo già ricordato in passato. Infatti, prosegue: “Questo secondo modo di amare Dio è quello che possiamo esercitare in questa vita e al quale tutti dobbiamo tendere”. E il terzo arciere, quello che tira senza sosta? Risponde: “E’ figura delle anime dei beati che godono della chiara visione della Divinità in Paradiso. Come sono felici di “ferire” in continuazione, con il loro amore, il cuore amabilissimo del loro Dio, con quell’amore che sarà infinito e immortale e che mai potrà subire interruzione…perché man mano che scoccano i dardi del loro affetto, la Divinità riempie la loro faretra, per cui per l’eternità saranno inesauribili”. Possiamo senz’altro scegliere a quale dei primi due arcieri assomigliare, ma possiamo essere certi che Dio, nella sua misericordia, anche se scegliamo il primo, quello più semplice ma egualmente impegnativo, ci concederà il “patentino” per essere annoverati, un giorno, tra gli “arcieri” del terzo tipo.
Preghiamo
Dio grande e misericordioso, quanto più si avvicina la festa della nostra redenzione, tanto più cresca in noi il fervore per celebrare santamente il mistero della Pasqua. Amen.
Ed oggi, arco in spalla, con l’aiuto di Dio, alleniamoci… Buona giornata,
PG&PGR