Carissimi,
Maria, lo abbiamo sentito dire tante volte, e noi stessi lo abbiamo spesso ripetuto, oltre ad essere nostra Madre, è anche nostra Maestra e Modello. Francesco di Sales si chiede “se non sia possibile imitare in qualche modo l’Assunzione della nostra gloriosa e degnissima Signora”. Ed ecco come si risponde: “Quanto al corpo, non possiamo fare nulla fino al giorno del giudizio finale, allorché i corpi dei beati risorgeranno gloriosi, mentre quelli dei reprobi solo per essere eternamente dannati”. Ma in quanto all’anima possiamo fare molto in questa vita. L’Oratore torna, quindi, al comportamento delle due sorelle di Lazzaro: Marta che si affanna in tante faccende per offrire all’Ospite una buona accoglienza e Maria che resta ai piedi del Signore per ascoltare la sua parola: “Marta di dava da fare per nutrire il corpo del suo Maestro, Maria ignorava ogni altra preoccupazione anteponendo quella di nutrire e dare sostentamento alla propria anima, cosa che faceva ascoltando Nostro Signore”. Beh, umanamente verrebbe voglia di “tifare” per Marta, ma Francesco ci fa notare, seppur giustificandolo, un piccolo sentimento di invidia verso la sorella che ha saputo “scegliere la parte migliore”. E ci invita a porci questa domanda: quando giustamente lodiamo qualcuno per i suoi meriti, non c’è in noi un “filino” di invidia per le sue virtù? Vorremmo essere come lui/lei. Pensate ad una competizione sportiva o di altro genere. Qui, osserva il de Sales, fa “capolino” il nostro amor proprio. Capita un po’ a tutti di parlare bene di qualcuno e, in fondo in fondo pensare che anche noi non siamo proprio da buttare… Questo dipende, continua, dal fatto che “in noi ci sono due parti che non costituiscono che un sol uomo: c’è l’uomo esteriore e quello interiore. L’uomo interiore tende sempre all’unione con la Maestà divina e fa i discorsi necessari per giungere a tale unione. L’uomo esteriore…è quello che si affanna nell’esercizio delle virtù che riguardano il comandamento dell’amore del prossimo”. Come dunque conciliare le cose? San Tommaso d’Aquino ci fornisce la risposta invitandoci a guardare “più al fine che all’opera stessa”.
Oggi, pur essendo in Quaresima, celebriamo la Solennità di san Giuseppe, sposo della Vergine Maria e vi invitiamo ad affidarci alla sua intercessione con la preghiera che Francesco di Sales stesso ci suggerisce:
Glorioso San Giuseppe, la cui potenza si estende a tutte le nostre necessità e sai rendere facili le cose più impossibili, rivolgi i tuoi occhi di padre buono ai tuoi figli che ti invocano.
Nelle ansie e nelle pene che ci opprimono, ricorriamo a te con fiducia.
Degnati di prendere sotto la tua paterna protezione le pene che ci sono causa di sofferenza. Amen.
Se oggi vorremo fare qualcosa di buono non lasciamoci scoraggiare dalle difficoltà che potremmo incontrare, ma lasciamoci guidare verso il bene fidandoci maggiormente di Dio. Buona giornata e buon onomastico a tutti i Giuseppe, Giuseppa, Pina, ecc. che conosciamo.
PG&PGR