Carissimi,
forse a tutti è capitato di fare qualche scarpinata in montagna portandosi dietro un equipaggiamento pesante ed ingombrante, Francesco di Sales, che di montagne se ne intendeva, fa questa constatazione: “Chi cammina per un sentiero, quando giunge ai piedi di una montagna, si libera degli abiti”, quelli che non gli serviranno, “per salire più speditamente e a proprio agio sulla montagna”.
Il cammino della vita può essere paragonato ad una montagna da “conquistare”: si fa fatica, a volte le gambe cedono e il respiro si fa difficoltoso soprattutto se ci siamo caricati di troppo peso. Ciò che rallenta il cammino spirituale, tanto di chi decide di abbracciare la vita religiosa, quanto di chi, pur restando “nel mondo” vuole servire Dio, sono quelle che il de Sales chiama “cattive abitudini” e sono tutte quelle che ci allontanano dal Signore. Come cristiani, in forza del Battesimo, abbiamo rinunciato al male; rinuncia che abbiamo rinnovato con la Cresima e tutte le volte che celebriamo l’Eucarestia e in modo particolare la Veglia Pasquale. Ma torniamo ad Abramo che offre anche “burro e miele” a quei Celesti visitatori. Dice il Nostro: “Il burro e il miele che dobbiamo offrire agli Spiriti beati è una grande dolcezza, la sopportazione del prossimo e l’affabilità nelle quali cose dobbiamo imitarli; infatti, non c’è nulla di così dolce, così gentile e affabile come un Angelo”. Dolcezza, sopportazione e affabilità sono, oggi, caratteristiche rare e difficili da mettere insieme. Si può essere pazienti nel sopportare una persona molesta, sbuffando interiormente; si può essere affabili esteriormente, cercando di nascondere l’insofferenza; si può ostentare dolcezza, ma…fino ad un certo punto. Senza dirlo esplicitamente Francesco ci invita a considerare l’agire del nostro Angelo custode: Ci abbandona quando siamo scontrosi, arrabbiati, irascibili o affatto accoglienti? Essi “dal momento della nostra nascita si prendono cura di noi, perché la divina Bontà ci ha tanto amati fin dall’eternità ed ha predisposto che ognuno di noi avesse un buon Angelo per custodirci nel nostro pellegrinaggio”. Impariamo, dunque, da loro e quando il loro consiglio ci sembra troppo impegnativo, preghiamo:
Angelo che sei il mio custode non ti stancare di indicarmi quale sia la volontà di Dio in questo momento particolare; sii tu il mio sostegno, il mio maestro, la mia guida, oggi e sempre. Amen
Oggi affidiamoci con maggior fiducia all’azione di Dio in noi attraverso il nostro Angelo custode. Non saremo certamente lasciati soli. Buona giornata,
PG&PGR