25 Aprile 2025: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

nel pensiero comune a tante persone, ci dice ancora Francesco di Sales, la santa umiltà è quella che deve farci sentire piccoli di fronte a Dio. Ma questo, commenta, non è poi così difficile: “E’ facile per una mosca considerarsi nulla di fronte ad un elefante”. E’ molto più impegnativo esserlo nei confronti del nostro prossimo quando ci si stima imperfetti e privi di ogni virtù. “Ci sono molti che si credono miserabili, imperfetti, vili, abietti, ma sono poi rari quelli che vogliono essere trattati come tali”.

Certamente qui Francesco calca un po’ la mano, ma chiama, a sostenere quanto dice, san Paolo (1Co 4,13) e cioè che “lui e gli altri Apostoli, siccome servivano il loro Maestro e disprezzavano il mondo, erano giudicati dai mondani come escrementi del mondo, la spazzatura e la pelatura delle patate, cose destinate ad essere gettate via”. Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti; Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole, per confondere i forti (Cfr. 1Co 1,27). A questo punto il Nostro, per offrire all’uditorio un esempio, si sente in dovere di fare un elogio particolare a quelle anime che “hanno lasciato tutto, parenti, ricchezze e gioie che potevano sperare, per ritirarsi in monastero al fine di conquistare Nostro Signore e la sua santa grazia…impegnandosi nella pratica della santa umiltà”.  Con sua licenza ci permettiamo di allargare il discorso e coinvolgere, nella pratica dell’umiltà vera, anche tutte quelle persone che, pur vivendo nel mondo, operano il bene senza mettersi in evidenza, senza farsene un vanto e, spesso, nel pieno nascondimento. E di queste persone, direttamente o indirettamente, ne abbiamo conosciute diverse. Ci fa riflettere quanto Francesco afferma di seguito: “Il mondo non aborrisce nulla quanto l’umiltà, la fugge per inseguire gli onori, le cariche elevate e le grandi dignità, ed è piena di presunzione e di superbia…Mio Dio, non riesco a sopportarli!”. Ci pare evidente che le cose, in quattro secoli, non siano cambiate. Il de Sales, come vescovo e come uomo che vive in mezzo ad altri uomini, ne apprezzava le doti ma si sentiva anche in dovere di criticarne i difetti cercando in tanti modi di indicare loro, e a noi oggi, la via della salvezza. Ed è proprio questo il motivo per cui le Esortazioni erano aperte a tutti affinché anche il popolo che viveva nel mondo, potesse apprendere le verità della fede e viverle con convinzione nell’esistenza di tutti i giorni.

Preghiamo con le parole della liturgia che oggi celebra la festa di San Marco Evangelista

O Dio, che hai glorificato il tuo evangelista Marco con il dono della predicazione apostolica, fa’ che alla scuola del Vangelo, impariamo anche noi a seguire fedelmente il Cristo Signore. Amen

In questo ottantesimo Anniversario della Liberazione, oggi pensiamo anche alla liberazione dal peccato che, sempre, il Signore ci offre. Buona giornata e auguri a tutti i Marco che conosciamo.

PG&PGR