Carissimi vicini e lontani,
come tutti già saprete, ieri 21 aprile, intorno alle 10,00, Papa Francesco è entrato nella gloria della Risurrezione. Ce lo aspettavamo, ma non in modo così improvviso dopo averlo visto domenica impartire, dalla Loggia, la benedizione a tutto il mondo e passare, seppur con la papa-mobile, in mezzo alla folla radunata in Piazza san Pietro. E’ stato il suo modo per dire a tutti arrivederci. Ricordiamolo con amore e riconoscenza nelle nostre preghiere.
Con la speranza che la Pasqua di questo anno giubilare abbia reso tutti noi “risorti nella speranza e nell’amore di Dio”, riprendiamo i nostri dialoghi quotidiani alla scuola di san Francesco di Sales. Se ben ricordate, nel messaggio di mercoledì scorso, il nostro Oratore aveva fatto un preciso riferimento alle Beatitudini (Mt 5,1-11) con le quali il Signore Gesù dichiara “beati” tutti coloro che il mondo chiama “poveracci”. Ora aggiunge: “Nostro Signore è esattamente l’opposto del mondo; infatti i mondani ritengono beati soltanto i ricchi, perché con le ricchezze si fa tutto quello che si vuole”. Quanto è lontana da Dio la mentalità dell’uomo! Forse, per una maggior chiarezza, accanto alle Beatitudini di Matteo, bisognerebbe leggere anche quelle di Luca (6,24-26) nelle quali la mentalità mondana viene preceduta dalla parola “Guai”, contrapposta a quel “Beati”. Quello che il Salesio dice di seguito ci fa pensare, ancora una volta, che la società del suo tempo non fosse poi così diversa dalla nostra: “Andate a predicare per tutto il mondo la povertà: chi vi ascolterà? Esaltate finché volete la santa umiltà: ditemi, chi convincerete? Gridate e urlate finché volete, che i poveri sono beati; nessuno lo vuol essere, tranne quelli a cui lo Spirito Santo ha concesso il dono della Sapienza, in forza del quale fa assaporare alle loro anime la dolcezza che si trova nel servizio di Dio e nella pratica delle virtù”. Se si credesse veramente alle parole del Cristo, le lotte di potere scomparirebbero insieme alle sopraffazioni, alla corsa agli accaparramenti, e forse, anche a quella agli armamenti. Se coloro che si dicono cristiani e sono chiamati a guidare le nazioni, sapessero chiedere a Dio, con sincerità, il dono della vera sapienza, le sofferenze di tante creature cesserebbero di esistere. E questa non è utopia! Continuando nella sua esposizione, Francesco riassume in poche parole gli insegnamenti dei Padri che indicavano diversi metodi per conseguire la perfezione: “Ma io, per far prima, ho preso l’abitudine di dire che dobbiamo semplicemente purificarci dalle nostre imperfezioni, perché è inevitabile che, sradicando da noi il vizio, entrerà la virtù”. Senz’altro chi vuole mettere in pratica questo suggerimento deve avere molto coraggio, molta pazienza con se stesso/a e con gli altri ed accettare il rischio di essere considerati “pazzi”. Ma Gesù non è stato forse considerato esaltato, e addirittura indemoniato, dai “grandi” del suo tempo? E i tanti santi che hanno seguito il suo esempio?
Preghiamo
Donaci, o Padre, il dono della Sapienza, non quella del mondo che insegue sempre l’avere, ma quella del cuore, del Tuo cuore, che ci insegna a dare come ha testimoniato papa Francesco durante il suo Pontificato. Amen
Un po’ di sana “pazzia”, oggi, potrebbe farci sognare un mondo migliore…
Buona giornata,
PG&PGR