10 Aprile 2025: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

tra non molti giorni, coloro che parteciperanno alla Solenne Veglia Pasquale, madre di tutte le veglie, sentiranno dire , da colui che canterà o proclamerà l’Annuncio Pasquale (o Preconio), riferendosi al peccato di superbia dei nostri progenitori, “Felice colpa che meritò di avere un così grande Redentore”. Ma come “felice colpa”? Non è stata forse questa la causa prima di tanti dolori e della stessa morte? L’Autore (forse sant’Ambrogio) non voleva certamente osannare il peccato, ma Colui che, da quel peccato, ci ha riscattato con la sua Morte e Risurrezione. Di conseguenza, il giorno del sacrificio del Cristo può essere considerato giorno di gioia. Infatti, dice Francesco di Sales: “Per quello che riguarda gli uomini e gli Angeli (perciò gli esseri creati, ndr.), nessuno può mettere in dubbio che non fosse il giorno della loro gloria per eccellenza al di sopra di tutti gli altri”. Giorno di felicità per le anime beate che è dovuta “all’amore che Dio porta ai beati in paradiso e quella che tali anime portano alla divina Maestà”. Pensate: se è bello sapere, in questa vita, che Dio, nonostante i nostri peccati, ci ama, quanto sarà più gioioso il poter “toccare con mano” questo amore e poterlo ricambiare “a tu per tu”. Qualche esimio autore, e tra questi san Tommaso d’Aquino, dice che la felicità dei beati consiste nel poter vedere la Divinità e il Nostro puntualizza che quella visione “sveglierà in noi un ardore irresistibile ad amarlo; per cui, o la conoscenza che avremo della grandezza di Dio, o l’amore che sentiremo per lui e lui per noi, saranno il motivo della nostra felicità eterna”. Quel giorno, sul Calvario, si è trasformato in gioia in quanto “è in quello che il Signore ha manifestato il grande amore che aveva per noi, come afferma Egli stesso: Nessuno ha un amore più grande di colui che offre la sua anima, ossia la propria vita, per colui che ama (Gv 15,13)”. Il silenzio nella platea viene rotto dal solito “pignolo” che chiede all’Oratore il perché egli abbia esordito dicendo “che la croce è un banchetto a cui tutti siamo invitati senza eccezione”. Pignolo, ma attento! In effetti Francesco, all’inizio di questa Esortazione aveva parlato di questo “banchetto”, ricordate? Ed ecco pronta la sua risposta: “Guardate e considerate, di grazia, la somma misericordia che Dio ivi presenta agli uomini; notate, vi prego, che è ivi che ci vengono preparati ed offerti tutti gli aiuti necessari per giungere alla gloria”. Accettare l’invito domenicale al banchetto dell’Eucarestia è il nostro modo per dire grazie al Signore per tutti i suoi doni.

Preghiamo

Ascolta, o Padre, coloro che ti supplicano e custodisci con amore quanti ripongono ogni speranza nella tua misericordia, perché, purificati dalla corruzione del peccato, permangano in una vita santa e siano fatti eredi della tua promessa. Amen

 

E noi, oggi, cosa potremo dare in cambio al Signore per tutti i suoi doni?

 

Buona giornata,

 

PG&PGR