Carissimi,
in questo primo giorno di aprile iniziamo a leggere una nuova Esortazione che porta la data del 9 ottobre 1618, tenuta da Francesco di Sales in occasione della vestizione di una nuova sorella della Visitazione scegliendo, come tema di fondo, due brani dell’apostolo Paolo (Ef 4,22-24; Col 3,9-10) che ci invitano a spogliarci dell’uomo vecchio per rivestire quello nuovo. Per quanto questa Esortazione possa sembrare rivolta soltanto a chi sceglie la vita religiosa, pensiamo di poterne ricavare delle indicazioni valide per ogni stato di vita. Ecco come esordisce: “La gente entra in Religione per vari motivi. Alcuni per disperazione non sapendo più cosa fare nel mondo…altri per paura dell’inferno…Altri poi vengono per conquistare il paradiso…Ce ne sono poi altri che vi si chiudono per vivere sempre in pace con Nostro Signore, per godere delle dolcezze che concede a quelli che lo servono”. Francesco respinge queste motivazioni affermando decisamente: “Tutte queste aspirazioni sono molto imperfette”. A questo punto dobbiamo chiederci quali siano le motivazioni che spingono tanti cristiani a professarsi tali. Non si può essere cristiani veri per timore dell’inferno o allettati dal Paradiso, come non ci si può dire cristiani solo quando le cose vanno male e, come diceva una canzone degli anni ’70 interpretata da Ornella Vanoni: “Proviamo anche con Dio non si sa mai”. Non è certamente questo che il Signore vuole da noi. Per essere cristiani veri non possiamo ignorare l’invito di Paolo citato sopra: abbandonare l’uomo vecchio significa uscire dalla mentalità del “mondo” che guarda soltanto al proprio tornaconto materiale; rivestirsi dell’uomo nuovo significa mettersi con impegno alla sequela del Cristo superando le tentazioni di una società che, volentieri vorrebbe mettere Dio relegato in un cantuccio. Vivere da Religiosi e, in genere da cristiani, vuol dire “rinunciare alla propria volontà…al proprio giudizio…vincere le proprie inclinazioni e le proprie passioni”. Ma attenzione: spogliarsi dell’uomo vecchio non vuol dire rinunciare alla propria libertà, quella che Dio ha voluto darci, ma accettare liberamente la sua volontà e trasformarla in stile di vita ripensando e rinnovando spesso le nostre promesse battesimali che, talvolta ci si sente autorizzati a mettere da parte o, quanto meno, ad interpretare … troppo liberamente.
Preghiamo
Dio fedele e misericordioso, questo tempo di penitenza e di preghiera disponga i cuori dei tuoi fedeli ad accogliere degnamente il mistero pasquale e a proclamare il lieto annuncio della tua salvezza. Amen
Riflettiamo, oggi, su quali siano gli “abiti” del nostro uomo vecchio e se non sia il caso di decidersi a cambiarli con quelli nuovi che il Signore vuole darci…gratuitamente.
Buona giornata,
PG&PGR