4 Marzo 2025: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

Francesco di Sales continua la sua esposizione ponendo al suo uditorio, e quindi anche a noi, questa domanda: “Non pensate (mie carissime sorelle), che ciò che spinse maggiormente la nostra gloriosa Signore a fare quella visita sia stata la sua ardente carità ed una profonda umiltà che la fece superare con agilità e prontezza le montagne della Giudea?”.

Proviamo a mettere noi stessi nei panni della Vergine e al posto dei non molto alti monti della Giudea, i nostri problemi e le nostre difficoltà. Come superarli con “agilità e prontezza”? Con la stessa carità ardente e la stessa profonda umiltà. Forse non riusciremo ad avere pieno successo in questa “impresa”, ma riusciremo ad affrontarli con più serenità e fiducia nell’aiuto di Dio…almeno, proviamoci! Prosegue il Nostro: “Furono quelle due virtù che la mossero e le fecero abbandonare la sua piccola Nazaret, perché la carità non è oziosa”. La nostra “piccola Nazaret” potrebbero essere le nostre abitudini, le nostre convinzioni e le nostre sicurezze. Ma per vivere profondamente la carità nell’umiltà bisogna avere il coraggio di “uscire dal guscio”, percorrere vie nuove, certamente più impegnative e meno gratificanti, ma più aderenti alla volontà di Dio. Maria “andava dunque a rallegrarsi con la cugina, per incitarsi scambievolmente e lodare Dio che aveva riversato tante grazie su loro due”. Questo senso di gratitudine verso Dio non dovrebbe essere sempre presente anche in noi? Con ognuno il Signore vuol fare “cose grandi”, ma spesso la nostra pigrizia non glielo permette. Si preferisce accontentarsi di vivere la nostra vocazione cristiana nell’intimità dei nostri gruppi, delle nostre comunità, delle nostre Parrocchie, senza “osare” di andare più in là. Se ci pensiamo bene, Maria è la prima missionaria: ha lasciato le sue sicurezze a Nazaret per incamminarsi verso chi aveva bisogno di lei, per compiere un gesto di carità, per dare a noi tutti un esempio. Quello che noi cristiani del Terzo Millennio dobbiamo impegnarci a riscoprire è proprio il senso della missionarietà che non si vive soltanto andando in paesi lontani, ma anche nella propria famiglia, nelle nostre comunità e, perché no, nei nostri ambienti di lavoro. Essere missionari vuol dire non vergognarsi di essere cristiani, mai!

Preghiamo

Vieni, Spirito d’Amore e illumina le strade della pace e della riconciliazione tra tutti gli uomini. Vieni per tutti i poveri del mondo, per tutti quelli che piangono, per quelli che hanno fame e sete di giustizia. Vieni Spirito di vita e accendi nei nostri cuori la forza di testimoniare sempre e in ogni luogo la nostra fede. Amen

Ed oggi, tra le tante nostre occupazioni, non potremmo provare ad essere un po’ più “missionari” verso chi ci vive accanto?

Buona giornata,

PG&PGR