Carissimi,
l’Esortazione che iniziamo oggi, datata 30 settembre 1618, è dettata da Francesco di Sales in occasione della Dedicazione della prima chiesa della Visitazione, quella che oggi viene chiamata comunemente “Chiesa degli Italiani” e che per alcuni anni ha ospitato le spoglie mortali di Francesco e Giovanna de Chantal, prima di essere trasferite nella grande Basilica sulla collina. Anche in questa occasione, annota P. Balboni, oltre alle suore, l’uditorio era formato da gente semplice. In modo molto diretto ed esplicito l’Oratore afferma che non intende parlare della dedicazione della chiesa, ma di quella del cuore “con la certezza che le anime per le quali predico ne saranno più contente”. Specifica inoltre che come “filo conduttore” userà il passo di Matteo 22,34: “Ad un dottore della Legge che gli aveva chiesto quale fosse il comandamento più grande, il nostro Divin Maestro aveva risposto: Tu amerai il Signore tuo Dio con un amore di dilezione, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutto il tuo spirito, con tutto il tuo pensiero, con tutte le tue forze, e infine, con tutto ciò che hai e con tutto ciò che sei”. Francesco ci abituati a questi suoi “ampliamenti” del testo biblico e prende in esame la frase: Tu amerai il Signore con un amore di “dilezione”. Già san Tommaso d’Aquino aveva usato questa espressione per dire che Dio “vuole che amiamo soltanto lui e perfettamente”, e per non scoraggiarci di fronte a questa perfezione, aggiunge “per quello che ci è possibile in questa vita”. Dio è certamente un Dio esigente, geloso, come si legge in diversi passi dell’Antico Testamento, ma questa sua “gelosia” torna sempre a nostro favore. Continua il Nostro: “Certamente non si accontenta di essere amato di un amore comune, come facciamo con i nostri simili, ma esige un amore di dilezione, scelto ed eletto fra gli altri, di modo che tutti gli amori che abbiamo per le creature non siano che immagini a confronto di quello che abbiamo per lui”. L’amore di Dio, in questo modo, diventa la sorgente e l’asse portante del nostro amare e, come dicevamo sabato scorso “l’amore di Dio è maestro dell’amore del prossimo”. Il de Sales ci invita a fare questa riflessione: se a livello umano il sentirci amati da qualcuno ci sollecita a fare altrettanto, “cosa può muovere di più la nostra volontà ad amare, che il vedersi amata dalla Perfezione? E da chi? Da Dio stesso. E che sia così lo dimostrano gli effetti del suo amore”.
Ed ora preghiamo
Nella tua continua misericordia, o Padre, purifica e rafforza la tua Chiesa,
e poiché non può vivere senza di te, guidala sempre con la tua grazia. Amen
Gesù ha detto: Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste (Mt 5,48). Senz’altro l’invito del Signore è esigente…ma almeno proviamoci.
Buona giornata,
PG&PGR