Carissimi,
lo abbiamo detto diverse volte ma, per favorire qualche nuovo lettore di queste nostre “chiacchierate” in famiglia, ripetiamo che le Esortazioni, pur essendo dirette alle monache della Visitazione, possono contenere dei consigli utili per tutti. Riprendiamo, dunque, il discorso di Francesco di Sales: “E’ certo che tutti gli uomini, in qualunque vocazione vivano, possono e devono dedicarsi e donarsi a Nostro Signore, ma c’è realmente una grande differenza tra l’offerta di chi rimane nel mondo e quella di coloro che lo lasciano totalmente per consacrarsi in modo più completo all’esercizio dell’amore divino”. Certamente le situazioni sono diverse, ma se ai religiosi e religiose viene chiesto, ad esempio, di emettere il voto di obbedienza, ai laici che scelgono la via del matrimonio, non viene forse chiesta, anche se non in forma di voto, la stessa cosa? E in che modo? Nel “patto” matrimoniale il rispetto reciproco, la fedeltà e il bene della famiglia, tengono il posto dell’obbedienza tanto che gli sposi si promettono questo l’un l’altro. E il discorso si potrebbe allargare ad ogni cristiano, anche se celibe o nubile e questa è l’obbedienza che si deve esercitare nell’osservanza della Legge di Dio, valida per tutti. Francesco parla anche di “mortificazione della propria volontà e dell’abnegazione del proprio giudizio”. Queste, evidentemente, non possono mancare nella vita religiosa ma, in qualche modo, devono essere presenti anche negli altri stati di vita: Quante volte, nell’ambito della vita familiare, si deve rinunciare a qualcosa per amore del coniuge, dei figli o dei genitori anziani? E quante rinunce nell’ambito della vita di una società che ci “impone” determinate scelte? La vita religiosa, è vero, ha le sue Regole, le sue Costituzioni; le sue “costumanze”; la vita sociale ha anch’essa regole, costituzioni e costumi da osservare, ma tra queste, ci fa osservare Francesco, c’è una grande differenza: le prime vengono scelte liberamente e la “sottomissione” diventa uno stile di vita; le altre vengono imposte e, spesso, si scontrano con altre esigenze; pensate a quante volte quella ostentata libertà di cui tanto si parla, diventa una vera e propria schiavitù che porta tanti uomini e donne “a fare ciò che la coscienza dice loro di non fare per vivere secondo Dio”. Tante volte si sente dire, per giustificare le proprie azioni, “ho fatto questo seguendo la mia coscienza”; ma ci si chiede se, in quel momento, la nostra era una retta coscienza?
Preghiamo chiedendola al Signore
Signore Gesù, tu che leggi nel nostro cuore la retta volontà di piacere a te, infondi in noi il coraggio di prendere sempre giuste decisioni e fa’ che la sincerità sia sempre l’asse portante della nostra esistenza. Amen
Ed oggi, di fronte a qualche scelta importante, chiediamo l’aiuto e la luce dello Spirito Santo.
Buona giornata,
PG&PGR