Carissimi,
certo che Francesco di Sales, nei suoi esempi e similitudini, è unico! Pensate che per meglio descrivere il comportamento degli Apostoli dopo la Passione del Signore, in quei cinquanta giorni che intercorsero tra gli eventi pasquali e la Pentecoste, parte dalla…panificazione. Ascoltiamolo: “Sapete che per fare il pane bisogna impastare la farina, aggiungendovi e mettendovi l’acqua, e poi occorre cuocerla; la pasta è malleabile e pieghevole, prima della cottura, ma dopo di questa è rigida, compatta e dura”.
Bene, Francesco, dopo questo ripasso sull’arte della panificazione, cosa vuoi dirci? Gli Apostoli, ci risulta, fossero quasi tutti pescatori non fornai! Ma ecco pronta la sua risposta: “Similmente gli Apostoli vennero modellati al tempo della Passione; poi dopo essere stati legati insieme nel Cenacolo dove attendevano lo Spirito Santo, unirono la farina dei loro propositi con l’acqua delle afflizioni e della contrizione per la perdita del Maestro, abbandonato nelle sue angosce”. Proviamo, con la fantasia, ad introdurci in quel Cenacolo cercando di guardare bene quegli uomini che avevano seguito per quasi tre anni il Maestro per poi abbandonarlo nella sua sofferenza…Paura, vergogna, rimpianto. E visto che con loro c’era anche la mamma di Colui dal quale si erano vigliaccamente allontanati, avranno avuto il coraggio di guardarla in volto e chiedergli perdono? Abbandonare un amico è una delle peggiori azioni che si possa compiere e se questi è nella sofferenza, è anche peggio! “Ma lo Spirito Santo – continua il Nostro – sceso in forma di fuoco, li rese immutabili e invariabili nel sacro amore, dando una tale solidità alla pasta dei loro propositi, che in seguito non poterono più abbandonarlo e perderlo”. Quella “pasta”, inizialmente così molle e malleabile, con il fuoco dello Spirito, divenne compatta e dura tanto che essi diedero la loro vita per portare in tutto il mondo la Parola del Signore. Ora riflettiamo: quante volte il cristiano, di fronte agli impegni della fede, si dimostra timoroso? Quante volte ci si chiude nel “cenacolo” che sono le nostre comunità, non avendo il coraggio della testimonianza? Quante volte si preferisce restare in silenzio e abbassare la testa di fronte a chi, per dimostrare chissà che cosa, offende nostra Madre che è la Chiesa? Se offendessero la nostra mamma naturale senz’altro si reagirebbe, ma…
Preghiamo
Signore Gesù, donaci il coraggio di testimoniare sempre il nostro cristianesimo con coerenza e senza paura; ravviva in noi il fuoco delle Spirito per essere tuoi discepoli e testimoni in mezzo ai nostri fratelli. Amen
Forse anche oggi avremo l’opportunità di dimostrare la nostra fede. Facciamolo con coraggio e con “orgoglio”.
Buona giornata,
PG&PGR