Carissimi,
avviandosi alla conclusione di questa Esortazione in occasione della vestizione di due monache della Visitazione, Francesco ci spiega alcuni dei segni che vengono posti in tali celebrazioni: “Noi mettiamo loro un velo sul capo per indicare che saranno nascoste agli occhi del mondo”. Qualcuno ricorderà che fino al Concilio Vaticano tanti Ordini di clausura prevedevano che le monache addette a vari santuari (santa Chiara ad Assisi, santa Rita a Cascia ed altri) avevano sempre il volto coperto da un velo. Continua: “Cambiamo loro l’abito per far capire che dovranno, in modo assoluto, cambiare le abitudini”. E poi, secondo le consuetudini proprie di ogni Ordine, vi sono altri segni particolari come la consegna dell’anello e, alla prima Professione, come accade per noi Oblati e per la Visitazione, la consegna della croce. Ora, qualcuno potrà chiedersi quale sia il legame di questi segni con la vita di “chi vive nel mondo”. Più che legittimo! E allora cerchiamo di fare qualche parallelismo con la celebrazione delle nozze cristiane. E’ usanza molto diffusa che lo sposo non veda la sposa con l’abito nuziale prima di entrare in chiesa. Quell’abito bianco sta a significare la purezza, la verginità (anche se oggi…beh, sorvoliamo!), e la volontà di cambiare la propria vita che, da quel momento, sarà dedicata alla famiglia che sta per formarsi. Anche il velo, che ancora oggi molte spose indossano all’entrata in chiesa, ha un suo significato: sarà lo sposo a toglierlo quando la sposa, lasciato il padre (o chi per lui) che l’accompagna, giungerà davanti all’altare. Alcuni Ordini religiosi, come dicevamo poco fa, come segno di consacrazione al Signore, indossano un anello, segno di fedeltà; qui l’attinenza è più evidente in quanto la fede nuziale è segno di amore e di fedeltà dell’uno verso l’altra. Prosegue Francesco: “Infine diciamo loro che la Religione è un monte Calvario, dove si trovano e dimorano le amanti della croce”. Quella croce che porteranno sempre al collo sta a significare proprio questo. E il matrimonio? Gli sposi si dicono l’un l’altro: “Io accolgo te…Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”. Anche questa è una “croce” da accogliere con gioia e per amore. Ma c’è una differenza che il de Sales ci fa notare concludendo: “Gli sposi del mondo regalano alle spose collane, braccialetti, anelli…; in più danno banchetti per le nozze. Anche Nostro Signore fa così…”, ma chiede a tutti, qualunque sia lo stato di vita, che insieme alle consolazioni provenienti dal suo amore, si sia pronti ad accogliere, con pazienza ed umiltà, anche i momenti difficili.
Preghiamo “rubando” le parole a Francesco:
Signore, che hai dato la tua vita per noi, aiutaci a mantenerci fedeli alla tua Parola per tutta la nostra vita e fa’ che viviamo sempre per il tuo amore e nel tuo amore. Amen
Ed oggi, religiosi o laici, sposati o non, riflettiamo su come rispondere al Signore che ci invita, ogni giorno, ad accoglierlo con gioia, nella nostra vita.
Buona giornata,
PG&PGR