18 Febbraio 2025: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

certamente il Signore Dio avrebbe potuto impedire tante sofferenze soprattutto quelle della sua “famiglia”, ma che esempio sarebbe stato per il resto dell’umanità? Francesco di Sales continua nel suo discorso affermando che “la vita di Nostro Signore è un perfetto modello per tutti gli uomini” e la Santa Famiglia di Nazaret, ci permettiamo di aggiungere, è il modello perfetto di ogni famiglia. E affinché questo modello non resti solo qualcosa da ammirare, ma da imitare a livello personale, familiare e comunitario c’è bisogno di mettere in atto quella che i Padri della Chiesa chiamano “abnegazione” che non è una negazione di se stessi, ma la rinuncia volontaria a far prevalere istinti, desideri e interessi personali. Il Signore, prosegue il Nostro “ha praticato in modo mirabile l’abnegazione per tutto il tempo della sua infanzia” e, con licenza aggiungiamo, anche per tutto il tempo della sua giovinezza, fino all’inizio del suo ministero pubblico. La stessa cosa potremmo senz’altro dire di Maria e Giuseppe nei confronti della loro stessa famiglia. Per far meglio comprendere questo concetto di abnegazione, Francesco prende lo spunto dai voti di povertà, castità e obbedienza che i religiosi emettono al momento della professione, ma che possono tranquillamente adattarsi ad ogni tipo di vita e ad ogni cristiano. Per quanto concerne la povertà, si chiede se “è possibile pensare ad una povertà più povera di quella del Salvatore?” Lui, il Re dell’universo, viene al mondo in una stalla e appena nato viene posto in una mangiatoia. E poi quante privazioni durante quella fuga in Egitto e il successivo viaggio di ritorno dopo la morte di Erode. Nel Vangelo di Matteo (2,22) leggiamo che Giuseppe ebbe paura di tornare in Giudea dove regnava ora il figlio di Erode, Archelao e quindi, dietro ispirazione divina, portò la sua famiglia a Nazaret, lì dove vivevano lui e Maria prima della nascita del Salvatore, un villaggio della Galilea piccolo e disprezzato (Cfr. Gv 1,46). La castità: “Nostro Signore ebbe una purezza senza confronti”. Altro che il presunto e oltraggioso rapporto tra Gesù e la Maddalena cui fa riferimento lo gnostico ed eretico “Vangelo di Filippo” scritto, presumibilmente dopo la seconda metà del secondo secolo! Forse qualcuno sgranerà gli occhi di fronte a questa assurda allusione, ma non meravigliamoci: il maligno ha sempre fatto bene il suo mestiere di mentitore. Il discorso sull’obbedienza lo rimandiamo a domani.

Preghiamo

Signore Gesù che hai voluto condividere tutto, eccetto il peccato, con noi, aiutaci a seguire il tuo esempio che ci invita a fare buon uso delle cose del mondo e ad essere puri di cuore. Amen

Ed oggi un momento di riflessione in più su quanto ci è stato detto. Buona giornata,

PG&PGR