Carissimi,
era il 5 gennaio 1618, vigilia della solennità dell’Epifania che inizia con i primi Vespri, ma che aveva una messa propria nella quale si leggeva il Vangelo della fuga in Egitto (Mt 2,19-23) anteponendolo a quello dell’adorazione dei Magi, che veniva e viene letto, il giorno della solennità. Il perché? Probabilmente per dare maggior risalto al brano di Matteo che, nella liturgia moderna si legge il 28 dicembre, giorno in cui si ricordano i santi Innocenti. Da tenere presente che, in questa occasione, due postulanti presero l’abito della Visitazione. Francesco di Sales, come accade spesso, inizia questa nuova Esortazione partendo da lontano e citando la vocazione di uno dei più grandi condottieri di Israele. Sappiamo bene che il Popolo eletto spesso ha voltato le spalle al vero Dio che, però, non lo ha mai abbandonato completamente suscitando sempre qualche pio e coraggioso eroe. Siamo circa dodici secoli prima di Cristo e Israele, per la sua infedeltà, era caduto nella mani di popoli pagani; un giovane israelita, Gedeone, avvilito per la situazione del suo popolo ormai sottomesso ai nemici, riceve la visita di un angelo di Dio che lo rincuora: Ti saluto, o uomo fortissimo tra tutti gli uomini, il Signore è conte. Il povero Gedeone, oppresso dalla sua afflizione, rispose: Se è vero quello che dici, ossia che il Signore è con me, perché allora, con lui, sono circondato da tante miserie?” (Cfr. Gdc 6,12-13). La situazione precaria di Gedeone e di tutto il popolo, ci spiega il de Sales, è simile a quella di Maria e Giuseppe che, pur avendo Nostro Signore con loro, sono costretti a lasciare il proprio paese per fuggire in Egitto. La logica umana potrebbe farci porre una legittima domanda: Perché Dio lo ha permesso? Perché non è intervenuto contro Erode e i suoi sgherri? Risponde il Nostro: “Il motivo di tale comportamento è che Nostro Signore non volle in alcun modo usare del suo potere e della sua autorità, ma scelse di mostrarsi soltanto un bambino soggetto alle leggi dell’infanzia”. M allora, potremmo incalzare noi, come si concilia questa sottomissione alla legge della natura con la saggezza che Gesù, appena dodicenne, dimostra davanti ai dottori del Tempio? (Lc 2,46-47). Francesco non ci dà una risposta e si limita a dire che “fu la sola volta che lo fece durante la fanciullezza, mantenendo la propria scienza divina e nascosta dietro un profondo silenzio per tutto il tempo restante di quell’età”. Questi sono i misteri di Dio e sarebbe, da parte nostra, un grande peccato di presunzione volerli comprendere a tutti i costi.
Oggi la liturgia ricorda i santi Sette Fondatori dell’Ordine dei Servi di Maria. Preghiamo
Infondi in noi, o Padre, la pietà dei Sette santi Fondatori che li portò ad onorare con viva devozione la Madre di Dio e condurre a te il tuo popolo. Amen
Oggi potremmo, in qualche modo, imitare questi sette santi laici che si consacrarono al servizio di Dio e del prossimo, evidentemente, secondo le nostre possibilità. Buona giornata,
PG&PGR