Carissimi,
siamo al 1° novembre 1617, festa di Ognissanti, e Francesco di Sales inizia questa nuova Esortazione con un doppia citazione biblica: “Nessun occhio ha veduto, né orecchio udito, né cuore umano ha potuto pensare quale e quanto sia grande la gloria che Dio ha preparato per coloro che lo amano”(Cfr. Is 64,4; 1Co 2,9). P. Balboni ci fa giustamente notare che “il tono e l’apertura indica che questa Esortazione è rivolta a molte altre persone oltre le suore”. Questo ci fa supporre che faccia parte di quelle catechesi che il Salesio amava tenere per tutti nel pomeriggio dei giorni festivi (nel pomeriggio non c’erano Messe, ndr.) e, infatti, è indirizzata a “a tutti coloro che amano Dio”, indifferentemente dal loro stato. Il Nostro esordisce citando il brano del Libro di Ester (1,1-8) che riguarda il festino che re Assuero (per gli storici Serse I, V sec. a.C.), ndr.), regnante su centoventisette province, dall’India all’Etiopia, al quale furono invitati tutti i notabili del territorio. Un festino memorabile che durò la bellezza di centottanta giorni e che si tenne nella sala più bella del palazzo del re: oro, argento, pietre preziose e arazzi di seta erano le componenti dell’arredamento. Ma perché il de Sales ci parla di questo? Spiega: “Non ho trovato alcuna storia e alcun racconto più adatto a rappresentare la gloria e la felicità dei santi che il banchetto del re Assuero, poiché quella felicità non è altro che un festino o un banchetto al quale siamo invitati e dove coloro che vi sono accolti verranno saziati e appagati con ogni sorta di delizie”. Certamente a tutti noi è capitato di essere invitati a qualche ricevimento di nozze ed aver apprezzato non solo il cibo, ma anche l’eleganza del posto, la sua collocazione e la cortesia degli addetti al servizio. Ma tutto ciò che è terreno, da quello imbandito da Assuero a quello organizzato da qualcuno ad un Grand Hotel, non può competere con quello che Dio prepara per chi lo ama con cuore sincero in quanto “supera in grandezza e dignità tutto ciò che esiste e può esistere”. Pensate che, come immagina il santo vescovo, l’Anfitrione è Dio e i “camerieri” sono gli Angeli e gli Arcangeli. Aggiunge: “E’ impossibile parlare della bellezza del luogo dove avviene questo banchetto; ma quanto alle altre circostanze le illustreremo in dettaglio e diremo una parola su ognuna di quelle circostanze e situazioni, se Dio ci fa la grazia di ricordarcene”. Caro Francesco, cerca di ricordartene perché ora hai sollecitato la nostra curiosità.
Preghiamo riproponendo la colletta della Solennità di Tutti i Santi:
Dio onnipotente ed eterno, che ci doni la gioia di celebrare in un’unica festa i meriti e la gloria di tutti i Santi, concedi al tuo popolo, per la comune intercessione di tanti nostri fratelli, l’abbondanza della tua misericordia. Amen
L’invito a questo banchetto lo abbiamo ricevuto nel giorno del nostro Battesimo. Cosa porteremo in regalo? Buona giornata,
PG&PGR