Carissimi,
certamente ricorderete che Abramo, oltre al pane cotto sotto la cenere, offrì ai tre Angeli anche un vitello arrostito che egli scelse personalmente dal suo bestiame. Francesco di Sales interpreta questo particolare dicendo: “Il vitello arrostito che dobbiamo offrire agli Angeli, ad imitazione di Abramo, è il nostro cuore che dobbiamo arrostire e scorticare per mezzo della mortificazione, per offrirlo a Dio, puro, terso, vuoto della nostra volontà personale e del nostro amor proprio”.
Arrostire e scorticare il nostro cuore! Con questa colorita frase il Nostro ci invita semplicemente a purificare le nostre intenzioni quando non vanno nella direzione che Dio vorrebbe. La volontà personale di cui ci parla ancora una volta, è quella che deve abbandonare o, quanto meno, guardare con sospetto, ciò che il “mondo” ci fa apparire “appetibile” e che, il più delle volte, è contrario al vivere cristiano. L’amore proprio è la parte più difficile da “scorticare” (come la coda!) e Francesco lo sa bene tanto è vero che aggiunge “se anche non riuscissimo ad averne ragione durante questa vita, ne verremo a capo al momento della morte, e riporteremo la vittoria se saremo perseveranti nel mortificarlo, dato che non siamo in grado di farlo morire completamente”. A proposito dell’amor proprio bisogna, però, fare una precisazione: Francesco non vuole “istigare” alla disistima di noi stessi, ma soltanto metterci in guardia nei confronti di quello che potrebbe diventare superbia, autocelebrazione e, soprattutto, mancanza di umiltà. L’amore proprio, vissuto nel modo giusto ed equilibrato ci mette in grado di fare ciò che Mosè aveva scritto nell’Antica legge: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”; e Gesù (Lc 10,27), perfezionando la Legge antica, fa suo questo comandamento allargandone l’orizzonte. Visto in questo modo l’amor proprio non allontana, ma avvicina; non rende superbi, ma umili, non fa distinzioni di sorta e ci apre all’amore del prossimo facendoci diventare “prossimo” degli altri, soprattutto di chi soffre. La parabola del Buon Samaritano (Lc 10,29-37) che non sarebbe male andarsi a rileggere, fa sempre scuola.
La liturgia, anche se in forma facoltativa, oggi celebra la memoria di san Vincenzo, un diacono spagnolo martire del IV secolo. Preghiamo
Dio onnipotente ed eterno, infondi con benevolenza in noi il tuo Spirito, perché i nostri cuori siano animati da quel grande amore che rese il santo martire Vincenzo vittorioso nei tormenti del corpo. Amen
Oggi impegniamoci maggiormente a seguire la volontà di Dio e tenere a bada il nostro amor proprio perché allarghi il nostro cuore verso il prossimo. Buona giornata,
PG&PGR