14 Marzo 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

“Dei due principali esercizi del sacro amore che si attuano per compiacenza e per benevolenza”. Questo è il titolo generale del Quinto libro del TAD e nel primo capitolo Francesco di Sales riprende ciò che aveva detto nel settino capitolo del Primo libro e cioè, in che cosa consiste la “santa compiacenza dell’amore”:

“L’amore, come abbiamo detto, non è che un movimento ed un’effusione del cuore verso il bene per la compiacenza che si prova in esso; la compiacenza quindi è il principale motivo dell’amore, come l’amore è il principale motivo della compiacenza”. Nel testo del primo libro, citato sopra, Francesco faceva riferimento al pensiero di “illustri personaggi” del passato i quali sostenevano che, amore e compiacenza sono talmente dipendenti l’uno dall’altro che potevano essere la stessa cosa. Il Salesio supera questo concetto vedendo nella Fede il “motore” principale di questo “movimento” interdipendente: “Sappiamo dalla Fede che la Divinità è un abisso insondabile di tutte le perfezioni, sommamente infinito in eccellenza ed infinitamente sommo in bontà; e  questa verità, che la fede ci insegna, noi la consideriamo attentamente per mezzo della meditazione, riflettendo sull’immensità dei beni che si trovano in Dio, o presi tutti insieme, come somma di tutte le perfezioni, una dopo l’altra: come , per esempio, la sua onnipotenza, la sua infinita sapienza, la sua somma bontà, la sua eternità, la sua infinità”. Quando noi cristiani moderni sentiamo parlare di “meditazione” pensiamo a quei lunghi momenti di silenzio e preghiera che solo le grandi menti spirituali sanno affrontare e vivere pienamente. Siamo convinti che per la maggior parte di noi, “condannati” ad una corsa continua h 24, questo sia materialmente impossibile e ci lasciamo “tentare” nel delegare ad altri questo “servizio”. Proviamo però a pensare se, effettivamente, nell’arco della giornata, non potremmo, con un po’ più di impegno e, magari, tralasciando qualcosa che non sia proprio improcrastinabile, ritagliarci qualche minuto per meditare sulla grandezza di Dio… Il Nostro ci invita, senza cronometrarci, a rendere “attento il nostro intelletto alla grandezza dei beni che si trovano in quel divino soggetto”; e se riusciremo, anche per un tempo molto breve, a fare questo “sarà impossibile che la nostra volontà non venga presa da compiacenza per il bene”. Saremo allora chiamati ad usare la nostra libertà e il nostro libero arbitrio per “provocare il nostro cuore a ripetere la propria compiacenza con atti di approvazione e di gioia”. Riflettiamo un momento: nei rapporti umani, fatte evidentemente le dovute proporzioni, non avviene la stessa cosa? E se consideriamo buone le qualità di qualcuno tanto da far breccia nel cuore (pensate agli innamorati), quale dovrà essere il nostro amore verso Dio così ricco di ogni bene e la cui bontà è così infinita? Continua Francesco: “Così, approvando il bene che vediamo in Dio e provandone piacere, compiamo quell’atto di amore che si chiama compiacenza, perché ci rallegriamo infinitamente di più del piacere divino che non del nostro; ed è questo l’amore che dava tanta gioia ai Santi, quando potevano narrare le perfezioni del loro Diletto, che li portava a dire, con tanta dolcezza, che Dio è Dio.” Egli, pur essendo Dio in se stesso, attraverso questa compiacenza diventa il Dio del nostro cuore che lo “abbraccia e lo fa suo”. Inoltre, aggiunge: “è la nostra eredità, in quanto, mediante tale atto, godiamo dei beni che si trovano in Dio e, come da un’eredità, ne ricaviamo ogni sorta di gioia e di piacere. Con questa compiacenza ci nutriamo spiritualmente delle perfezioni della Divinità, perché le rendiamo nostre e le attiriamo nel nostro cuore.” Nutrirsi spiritualmente delle perfezioni di Dio! A tanto, noi povere creature, siamo chiamati. A noi questo fa venire i brividi…brividi di gioia!

Preghiamo

Non ci abbandoni mai la tua grazia, o Signore, ci renda fedeli al tuo santo servizio e ci ottenga sempre il tuo aiuto. Amen

Quando il nostro spirito si nutre di Dio, non può tenere per sé la gioia: portiamola oggi a tutti coloro che incontreremo. Buona giornata,

PG&PGR