6 Marzo 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

giunti a questo punto, crediamo sia lecito chiedersi quanto sia, o no, lecita la “speculazione” teologica. Non facciamoci ingannare da tale sostantivo che, in questo campo ha il significato di approfondimento e riflessione e non ha nulla a che vedere con quella che, purtroppo, spesso viene messa in atto in campo economico creando molti problemi. L’approfondimento teologico non va assolutamente confuso con l’enunciazione di “teorie” basate unicamente su ciò che la mente umana è capace di comprendere. Qui si tratta di guardare al mistero di Dio alla luce della Rivelazione, cioè della Sacra Scrittura che ne è il cardine, della Tradizione e del Magistero della Chiesa. Ma anche la teologia  ha dei “paletti” che non può oltrepassare. Francesco di Sales, con riferimento al brano  di Romani 11,33-34,  afferma che “Dio fa tutte le cose con grande sapienza, scienza e ragione; ma in modo tale che non essendo l’uomo dentro al divino consiglio, i cui giudizi e disegni sono infinitamente profondi e al di sopra delle nostre capacità, noi dobbiamo adorare devotamente i decreti perché molto giusti, senza ricercarne le ragioni, che Egli conserva in segreto per sé solo, per mantenere il nostro intelletto nel rispetto e nell’umilta”. L’umiltà, quella vera, ci suggerisce di non farci domande alle quali non possiamo rispondere. Sant’Agostino, grande filosofo e teologo, più volte citato dal nostro Autore, afferma che nessuno viene al Salvatore se non è attirato da Lui e il cercare di indagare sul perché qualcuno lo sia ed altri no, è tempo perso. Dio soltanto può leggere nel cuore dell’uomo per sapere se è disposto o no ad accogliere la Sua Parola. Sempre al seguito di Agostino continua nel dire che certe scelte divine le potremo comprendere solo in paradiso: «Allora non sarà più un segreto il motivo per cui è stato innalzato uno anziché un altro». E la causa di questo è sempre la conoscenza che solo Dio ha circa la disposizione dell’uomo a credere alla Parola di Verità. Nel Vangelo, infatti, leggiamo che Gesù stesso, nella sua città, non poté compiere molti miracoli a causa della incredulità degli abitanti di Nazaret (Cfr. Mt 13,58): non è sufficiente essere concittadini “terreni” di Cristo per credere in Lui profondamente. Gli abitanti di Ninive, alla predicazione di Giona si convertirono e la regina del sud venne da lontano per ascoltare la saggezza di Salomone ma, afferma il Salvatore riferendosi a se stesso: ben più di Giona  e di Salomone c’è qui! (Cfr. Mt12,38-42).  Il Nostro, profondo conoscitore e seguace dei grandi teologi che lo hanno preceduto, cita anche San Bonaventura da Bagnoregio che, a proposito delle motivazioni per cui la Divina provvidenza destina gli eletti alla vita eterna, afferma: «Forse è per la previsione del bene che sarà operato da colui che è attirato, in quanto tale bene proviene in qualche modo dalla volontà:  ma saper dire quale è questo bene, la previsione del quale muove la divina volontà, non lo so con chiarezza e non lo voglio indagare, e non c’è motivo, se non una certa qual convenienza, tante che potremmo anche accennarne qualcuno, e poi, magari, sarebbe invece un altro». Il de Sales prosegue con un’altra citazione del vescovo di Ippona il quale asserisce che la verità “è talmente lontana dal nostro modo di pensare, che non sapremmo dire niente di sicuro, se non per rivelazione di colui al quale tutte le cose sono conosciute”. Come afferma San Paolo il nostro intelletto è assolutamente insufficiente per parlare di un mistero così grande (Cfr. Rom 11,33) Accostiamoci, dunque, con grande umiltà al mistero di Dio ma, per carità, non mettiamoci in testa di comprenderlo…

Preghiamo con le parole della liturgia odierna

O Dio, che hai ordinato la penitenza del corpo come medicina dell’anima, fa’ che ci asteniamo da ogni peccato per avere la forza di osservare i comandamenti del tuo amore. Amen

Ed oggi, coscienti che Dio ci ha scelti per essere realmente suoi figli, agiamo di conseguenza. Buona giornata,

PG&PGR

P.S. Sabato 25 scorso, nella chiesa gremita, abbiamo detto “arriverderci in Paradiso” ad una sorella del MASCI della nostra Parrocchia, moglie amorevole, mamma coraggiosa, nonna splendida, amica sempre gioiosa e assidua lettrice di questi messaggi quotidiani. Insieme, anche a coloro che non l’hanno conosciuta, chiediamo al Signore di donarle il premio dei giusti.