Carissimi,
il capitolo quattordicesimo che affronteremo oggi, è relativamente breve, ma decisamente intenso; il de Sales gli ha dato questo titolo: “La santa luce della gloria servirà all’unione degli spiriti beati con Dio”, dove per “santa luce” intende quella che ci darà la possibilità di vedere “faccia a faccia” il volto di Dio (Cfr 1 Co 13,12). Il Signore Gesù, enunciando le Beatitudini, ha detto: «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio» (Mt 5,8) e per puri di cuore si intendono coloro che, con la loro intelligenza e volontà, aderiscono alle esigenze della santità di Dio. Il vedere Dio, il vivere eternamente con Lui, è il fine ultimo della vocazione di ogni cristiano, una visione e una vita purificata, “ripulita” dalle imperfezioni dovute alla fragilità della condizione umana. L’Autore precisa che “l’intelletto creato vedrà dunque l’essenza senza alcuna mediazione di specie e di rappresentazione”. Noi, infatti, vedremo Dio così come Egli è ma, c’è sempre un “ma”, continua: “Tuttavia, non la vedrà senza una particolare illuminazione che lo disponga, innalzi e rafforzi per dargli la capacità di una vista con una forza adeguata ad un oggetto così sublime e splendente”. Esemplifichiamo: pur avendo 10 decimi di vista, per vedere nitidamente un oggetto molto lontano abbiamo bisogno di un binocolo o di un cannocchiale e per non lasciarci abbagliare da una luce troppo forte dovremo ricorrere ad un filtro. Il nostro intelletto, spiega Francesco, ha certamente la capacità per comprendere le verità naturali con i propri sensi e quelle “soprannaturali della grazia tramite la luce della fede, tuttavia non potrebbe, né per mezzo della luce della natura, né per mezzo della luce della fede, giungere fino alla vista della sostanza divina in se stessa”. L’intelletto, cioè la nostra anima, ancora incapace di vedere chiaramente la bellezza di Dio, attraverso la “santa luce della gloria”, sarà rinforzato e perfezionato per vedere e contemplare “l’abisso della luce divina fissamente e direttamente in se stessa, senza essere abbagliati ed accecati dalla potenza infinita del suo splendore”. Il Signore ci ha dato la luce della ragione e attraverso questa (quando la ragione ragiona!), possiamo conoscerlo come autore della natura; ma ci ha dato anche la luce della fede e per questo lo consideriamo quale sorgente della grazia; allo stesso modo, ci assicura Francesco: ci darà la luce della gloria, per mezzo della quale lo contempleremo come sorgente della beatitudine e della vita eterna”. Ora lo possiamo contemplare solo da lontano, attraverso la fede, ma poi lassù, quando saremo illuminati dalla luce della gloria, immersi ed inabissati in essa, potremo vedere distintamente, senza lenti né filtri, “in quell’abisso della luce inaccessibile”(Cfr. 1Tm 6,16). Dio, anche nell’altra vita, non finirà di sorprenderci, ma in questa abbiamo bisogno di purificare il nostro cuore da tutto ciò che ci è di ostacolo per giungere a vedere Dio.
Preghiamo
Signore, Tu hai dichiarato beati coloro che hanno il cuore puro; per intercessione dei Santi Cirillo e Metodio che oggi la liturgia celebra, aiutaci ad eliminare dalla nostra vita tutto quello che ci appesantisce, ci rallenta e ci è di inciampo. Amen
Proviamo anche oggi a toglierci qualche “sassolino dalla scarpa”. Buona giornata,
PG&PGR