Carissimi,
proseguendo, il Salesio, volendo mettere in chiara evidenza l’eguaglianza nella sostanza Divina e la distinzione delle Persone nella Santissima Trinità, aggiunge: “dato che quest’amore è un atto che procede dal Padre e dal Figlio, non può essere né il Padre né il Figlio, dai quali procede, benché abbia la stessa bontà e la stessa sostanza del Padre e del Figlio, è quindi necessario che sia una terza Persona Divina, che con il Padre e il Figlio non sia che un solo Dio; e poiché questo amore è prodotto per modi di sospiro e di ispirazione, è chiamato Spirito Santo”.
Tale Unità e Trinità di Dio, che si presenta come la Comunità perfetta, diventa modello di ogni comunità umana e l’Autore, a questo proposito, cita i primi versetti (1-3) del Salmo 133: “Oh, come è bello e dolce che i fratelli vivano insieme! È come l’olio prezioso che versato sul capo scende sulla barba, sulla barba di Aronne e sul suo vestito. È come la rugiada dell’Ermon, che cade sul monte di Sion”, invitandoci a fare questa considerazione: “Se l’amicizia umana è tanto piacevolmente amabile ed effonde un profumo così delizioso su coloro che la contemplano, che sarà mai, mio diletto Teotimo, vedere l’esercizio sacro del reciproco Amore del Padre verso l’eterno Figlio!” E’ bene ribadirlo: questo Amore noi lo chiamiamo Spirito Santo. La Storia della Salvezza pullula di esempi di vera e santa amicizia umana animata dallo stesso Spirito; ne citiamo solo alcuni: Davide e Gionata (1 Sam 18,1-5), Rut e Noemi (Rt 1,1-17); l’amicizia tra Gesù ed i suoi discepoli, in particolare Giovanni, quella tra San Paolo ed i suoi discepoli Timoteo e Tito. Francesco accenna anche all’incomparabile amicizia tra San Gregorio Nazianzeno e San Basilio, amicizia che “era celebrata in tutta la Grecia”. Anche Tertulliano (155-230 d.C.), considerato il vero padre della dottrina cristiana sulla Trinità, “afferma che i pagani ammiravano quell’amore più che fraterno che regnava tra i primi cristiani”. In tempi relativamente più recenti potremmo citare l’amicizia tra San Francesco di Assisi e Santa Chiara e, aggiungiamo volentieri quella tra lo stesso Francesco di Sales e Santa Giovanna de Chantal. Senz’altro, ognuno di noi, potrebbe aggiungere le proprie esperienze di vera amicizia. L’Autore conclude questo capitolo dicendo: “Che può esservi di più caro ed amabile dell’amicizia? Ma se l’amicizia è amabile e cara, quale amicizia può essere paragonata a quella infinita del Padre e del Figlio, la quale con essi forma uno stesso ed unico Dio? Il nostro cuore, o Teotimo, si perderà in un abisso d’amore nell’ammirare la bellezza e dolcezza dell’Amore che quell’eterno Padre e quel Figlio al di sopra di ogni comprensione praticano divinamente ed eternamente”. Ammirare questa “bellezza e dolcezza” significa anche cercare, nonostante la nostra umanità, di imitarla in famiglia, nelle comunità religiose, in quelle parrocchiali, negli ambienti lavorativi, ecc.
Preghiamo
O Dio Padre, che hai mandato nel mondo il tuo Figlio, Parola di verità, e lo Spirito santificatore per rivelare agli uomini il mistero della tua vita, fa’ che nella professione della vera fede riconosciamo la gloria della Trinità e adoriamo l’unico Dio in tre persone. Amen
E anche oggi l’amore Trinitario guidi i nostri passi. Buona giornata,
PG&PGR