Carissimi,
si può parlare di qualcosa senza mai nominarla chiaramente? Sembra proprio di sì e Francesco di Sales lo fa, in questo nuovo capitolo (XV), riferendosi alla speranza che nomina solo nel titolo affermando che “La santa speranza dà origine ad un grande sentimento di amore”. Sappiamo che la Speranza, insieme alla Fede e alla Carità, è una virtù teologale che, come le altre, rende capace l’uomo di vivere in relazione con Dio animando il suo agire. In particolare la Speranza, come Papa Francesco ha avuto occasione di ripetere più volte, è la più umile delle virtù teologali in quanto rimane nascosta. In oltre, aggiunge il Pontefice: “è una virtù rischiosa, una virtù, come dice san Paolo, di un’ardente aspettativa verso la rivelazione del Figlio di Dio…La speranza ha bisogno di pazienza… non è passivo ottimismo ma, al contrario, “è combattiva, con la tenacia di chi va verso una meta sicura”. Facciamoci una domanda: a che cosa servirebbero la Fede e la Carità (l’Amore) se non fossero animate dalla Speranza? Il de Sales afferma che la Fede “ci fa capire con ineffabile certezza che Dio esiste, che è di una infinita bontà e vuole comunicarsi a noi…preparandoci tutti i mezzi necessari per giungere alla felicità della gloria immortale”. Che senso avrebbero queste parole se tutto ciò non fosse sostenuto dalla speranza? Ribadendo che noi siamo inclinati naturalmente al sommo bene, il Nostro dice ancora: “Per questo il nostro cuore ha una certa sollecitudine interiore e un’ansia continua, e non può calmarsi in alcun modo, né cessare di lasciare trasparire che gli mancano la perfetta soddisfazione e il completo gradimento”. Questa ansia (molto diversa da quella di cui molte persone oggi soffrono), accompagnata dalla sollecitudine interiore, non può che essere sostenuta dalla speranza. Scorrendo le pagine dell’Antico Testamento ci rendiamo conto che la fede dei Patriarchi è sempre stata aiutata dalla speranza. Nel testo viene citato Eleazaro che è in ricerca di una sposa per Isacco, figlio del suo padrone Abramo; la sua speranza è di trovarla “bella e gentile come la desiderava”(Gn 24,26-27) aggiungendo: “Il cuore umano tende a Dio per inclinazione naturale, senza sapere veramente che sia; ma quando lo trova alla fonte della fede, e lo scopre così buono, bello, dolce e così amabile verso tutti e così disposto a donarsi come sommo bene a tutti coloro che lo vogliono, o Dio, quanta contentezza e quanti movimenti nello spirito, per unirsi per sempre a quella bontà così sommamente amabile!”. Questa è la speranza cristiana, questa è la pazienza cristiana.
Preghiamo con la liturgia del sesto giorno della novena di Natale
Ascolta, o Padre, le preghiere del tuo popolo in attesa del tuo Figlio che viene nell’umiltà della condizione umana: la nostra gioia si compia alla fine dei tempi quando Egli verrà nella gloria. Amen
Ed oggi, se incontreremo qualche difficoltà, piccola o grande, affrontiamola senza perdere la speranza…e la pazienza. Buona giornata,
PG&PGR