4 Ottobre 2022: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

celebriamo oggi la festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia e, affidandoci alla sua intercessione, gli affidiamo i nostri desideri di pace e facciamo gli auguri a tutti i Francesco e le Francesche che conosciamo. Ed ora torniamo dal nostro Francesco che, dopo aver accennato all’amore di compiacenza, passa a parlare del “desiderio” con queste parole: “Quando il bene verso il quale il cuore è rivolto, inclinato e mosso è lontano, perché assente o futuro, o quando l’unione non può ancora essere fatta così perfettamente come si vorrebbe, allora il movimento d’amore con cui il cuore tende, si avanza ed aspira all’oggetto assente, si chiama propriamente desiderio: il desiderio infatti non è altro che l’appetito, la brama o avidità di quelle cose che non abbiamo e che nondimeno vorremmo avere”. Evidentemente è doveroso fare una distinzioni tra i buoni desideri e quelli meno buoni e il metro di misura è l’oggetto stesso del desiderio: il bene oggettivo o il male? Siamo noi a doverlo decidere. Ma il Salesio non si accontenta e fa una ulteriore distinzione dicendo che quando il desiderio non è realizzabile subentra il “sogno”. Crediamo che ognuno di noi abbia, nella sua vita, desiderato qualcosa che è poi rimasto…un sogno. Nella visione salesiana anche questo è un “piccolo amore, che si può chiamare amore di semplice approvazione, poiché, senza pretesa alcuna, l’anima gradisce il bene che conosce, e non potendo desiderarlo effettivamente, afferma che lo desidererebbe volentieri e che esso è realmente desiderabile.” Tanto l’amore di “compiacenza” quanto quello di “approvazione” sono “amori imperfetti” ma, aggiunge: “ci sono infatti desideri ed aspirazioni ancora più imperfetti di quelli accennati sopra, poiché il loro moto non è arrestato per impossibilità od estrema difficoltà, ma per la sola incompatibilità che vi è tra quelli ed altri desideri o voleri più efficaci”. Per farci comprendere meglio questo concetto, l’Autore porta l’esempio di “un malato che desidererebbe mangiare funghi o meloni, ma che non ne mangia, sebbene ne abbia a sua disposizione, perché teme di peggiorare il suo male. Chi non vede in costui due desideri: quello di mangiare e quello di guarire? Ma poiché quello di guarire è maggiore, sopprime e soffoca l’altro, impedendogli di produrre effetto”. Sempre per favorire una maggiore comprensione vengono citati alcuni passi dell’Antico e del Nuovo Testamento che vi invitiamo caldamente a rileggere con attenzione: Giudici 11,30 sul voto fatto da Iefte, Giovanni 19,12 sul fallito tentativo di Pilato di non condannare Gesù e il brano riportato da Marco 6,20-26 sul rapporto tra Erode Antipa e Giovanni il Battista. Tutto questo ci può aiutare a riflettere sui tanti nostri desideri e sogni che devono cedere il passo all’impossibilità di vederli realizzati o all’incompatibilità che hanno con altri più importanti. L’amore si realizza anche nel saper accettare tutto questo.

Affidiamo al “poverello di Assisi” la nostra preghiera

O Padre, che hai concesso a san Francesco d’Assisi
di essere immagine viva di Cristo povero e umile,
fa’ che, camminando sulle sue orme,
possiamo seguire il tuo Figlio e unirci a te in carità e letizia. Amen

Ed oggi…desideriamo, magari sogniamo, sempre di più il vero bene. Buona giornata,

PG&PGR