Carissimi,
con questo incontro concludiamo il quinto capitolo del primo libro. Francesco continua il suo discorso, non semplice a dire il vero, chiamando nuovamente in causa gli stoici che sostenevano alcune “strane” idee, sulle buone passioni dell’uomo saggio, asserendo che “non concepiva, ma voleva; non provava allegria, ma gioia; non andava soggetto a timore, ma era previdente e accorto; per cui era spinto soltanto dalla ragione e secondo la ragione”. Se così fosse, per essere saggi, bisognerebbe spogliarsi di tutti quei sentimenti umani che lo stesso Cristo ha provato. Si chiede infatti il Nostro: “come potrebbe essere che la saggezza ci privi della misericordia che si impadronisce dei nostri cuori, per condurci al desiderio di liberare il prossimo dal male che lo affligge?” Anche alcuni filosofi pagani, tra questi Epitteto (I-II se, d.C.), che Francesco di Sales ammirava molto tanto da rammaricarsi che non fosse cristiano, si opponeva a tale tesi degli stoici. A questo punto qualcuno potrebbe chiedersi: tutti questi discorsi come possono incidere sulla nostra vita? Rispondiamo che il Salesio ci fa compiere questo itinerario per giungere a ciò che dirà nel capitolo seguente e che ci riguarda molto da vicino. Perciò, ancora un po’ di pazienza nell’ascoltarlo quando ci parla di “affetti” naturali, ragionevoli e cristiani. I primi riguardano i desideri umani: la salute, una certa stabilità economica, una vita decorosa; i secondi si fondano sulla conoscenza naturale della ragione: la tranquillità del cuore, le virtù morali, l’onore, la contemplazione filosofica delle cose eterne. Ma per fare un salto di qualità dobbiamo andare al terzo gruppo: “Gli affetti del terzo gruppo si dicono cristiani, perché nascono in noi da ragionamenti tratti dalla dottrina di Nostro Signore che ci fa amare la povertà volontaria, la castità perfetta e la gloria del Paradiso”. Arriviamo, dunque agli “affetti” del grado più alto che “sono chiamati divini e soprannaturali poiché Dio stesso li infonde nel nostro spirito, riguardano lui ed a lui tendono, senza mediazione alcuna di ragionamenti o di lume naturale, come si comprenderà facilmente da quello che diremo tra breve6 circa gli assensi ed i sentimenti che si formano nel santuario dell’anima. E questi affetti soprannaturali sono principalmente tre: l’amore della mente per le bellezze dei misteri della fede; l’amore per l’utilità dei beni che ci sono promessi nell’altra vita, e l’amore per la bontà sovrana della santissima ed eterna divinità”. Sono appunto questi gli affetti ai quali il Salesio vuole invitarci. Domani ci dirà in quale modo l’amore di Dio domina sugli altri amori.
E visto che oggi si celebra la memoria di San Girolamo che abbiamo già incontrato ed incontreremo ancora, preghiamo
O Dio, che hai dato al sacerdote san Girolamo una conoscenza viva e penetrante della Sacra Scrittura, fà che il tuo popolo si nutra sempre più largamente della tua parola, e trovi in essa una sorgente di vita.
Ed oggi? Attendiamo fiduciosi. Buona giornata,
PG&PGR