15 Giugno 2022: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

come abbiamo già detto, nell’ambito della fede, cioè del credere, il “vedere” e “l’ascoltare” viaggiano sullo stesso binario e questo è molto chiaro nel Vangelo di San Giovanni. Dice la “Lumen Fidei”: “Per il quarto Vangelo, credere è ascoltare e, allo stesso tempo, vedere. L’ascolto della fede avviene secondo la forma di conoscenza propria dell’amore: è un ascolto personale, che distingue la voce e riconosce quella del Buon Pastore (cfr Gv 10,3-5); un ascolto che richiede la sequela, come accade con i primi discepoli che, « sentendolo parlare così, seguirono Gesù » (Gv 1,37)”. Fede e visione sono sempre collegati tra loro. A volte la visione dei miracoli compiuti da Gesù (il Vangelo di San Giovanni li chiama “segni”), porta alla fede (Cfr. Gv11,45); altre volte la fede precede la visione (Cfr. Gv 11,40). L’uomo, impregnato di materialismo, spesso ha difficoltà a vedere basandosi solo sul senso della vista…Se si imparasse a “vedere” col cuore…! Nel cristiano il vedere, l’ascoltare e il credere dovrebbero essere una sola cosa. Continua: “Grazie a quest’unione con l’ascolto, il vedere diventa sequela di Cristo, e la fede appare come un cammino dello sguardo, in cui gli occhi si abituano a vedere in profondità. E così, il mattino di Pasqua, si passa da Giovanni che, ancora nel buio, davanti al sepolcro vuoto, “vide e credette” (Gv 20,8); a Maria Maddalena che, ormai, vede Gesù (cfr Gv 20,14) e vuole trattenerlo, ma è invitata a contemplarlo nel suo cammino verso il Padre; fino alla piena confessione della stessa Maddalena davanti ai discepoli: « Ho visto il Signore! » (Gv 20,18)”. Quando l’uomo pretende di “vedere per credere” mette un limite alla sua fede, un intralcio all’incontro con la “vita luminosa” del Cristo e con la Verità. Leggiamo, a questo proposito: “La verità che la fede ci dischiude è una verità centrata sull’incontro con Cristo, sulla contemplazione della sua vita, sulla percezione della sua presenza. In questo senso, san Tommaso d’Aquino parla dell’oculata fides degli Apostoli — fede che vede! — davanti alla visione corporea del Risorto. Hanno visto Gesù risorto con i loro occhi e hanno creduto, hanno, cioè, potuto penetrare nella profondità di quello che vedevano per confessare il Figlio di Dio, seduto alla destra del Padre.[30] Nelle nostre comunità parrocchiali, religiose, nei vari gruppi e movimenti spesso risuona la parola “amore”… Ma come si arriva a conoscerlo e viverlo veramente? Ci dice la L.F.: “Soltanto attraverso l’Incarnazione, attraverso la condivisione della nostra umanità, poteva giungere a pienezza la conoscenza propria dell’amore. La luce dell’amore, infatti, nasce quando siamo toccati nel cuore, ricevendo così in noi la presenza interiore dell’amato, che ci permette di riconoscere il suo mistero. Capiamo allora perché, insieme all’ascoltare e al vedere, la fede è, per san Giovanni, un toccare, come afferma nella sua prima Lettera: « Quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto […] e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita… » (1 Gv 1,1)”. Così come gli Apostoli hanno potuto “toccare”, entrare in contatto fisico col Verbo di Dio incarnato, noi possiamo toccare ed essere toccati da Lui, permettendogli di trasformare il nostro cuore, attraverso l’ascolto della Parola e i Sacramenti: toccare ed essere toccati per ricevere la potenza della Sua Grazia. Il Papa continua citando il santo vescovo di Ippona: “Sant’Agostino, commentando il passo dell’emorroissa che tocca Gesù per essere guarita (cfr Lc 8,45-46), afferma: « Toccare con il cuore, questo è credere ». La folla si stringe attorno a Lui, ma non lo raggiunge con il tocco personale della fede, che riconosce il suo mistero, il suo essere Figlio che manifesta il Padre. Solo quando siamo configurati a Gesù, riceviamo occhi adeguati per vederlo.[31] La figura dell’emorroissa ci aiuti ad avere il coraggio e la fede di “toccare” il Cristo. Solo i questo modo potremo avere “occhi per vederlo” e riconoscerlo.

Preghiamo

Signore toccaci, scuotici, aiutaci ad uscire da quel torpore che spesso ci impedisce di fare qualche passo in più nell’amore e vinci, con la Tua Grazia, la nostra pigrizia spirituale. Amen

Ed oggi non facciamo i “ritrosi” e lasciamoci maggiormente toccare dall’amore di Dio per portarlo agli altri. Buona giornata,

PG&PGR