Carissimi,
nel numero successivo, che cercheremo di sintetizzare al meglio, il Papa afferma che “la scoperta dell’amore come fonte di conoscenza, che appartiene all’esperienza originaria di ogni uomo, trova espressione autorevole nella concezione biblica della fede”. Il popolo di Israele, cosciente della sua elezione quale popolo dell’alleanza, attraverso la mediazione dei profeti, “arriva a comprendere l’unità del disegno divino, dall’origine al compimento”. Se proviamo a fare un parallelismo tra la storia del popolo eletto e la nostra storia personale, riusciremo a scorgere che Dio è fedele “mantiene le sue promesse e permette, nel tempo, di comprendere il suo disegno” che non elimina le prove e le sofferenze, ma fa’ sì che queste, vissute alla luce della fede, permettano il “ritorno definitivo alla città santa” e cioè al momento della gioia. Dunque “la conoscenza della fede illumina non solo il percorso particolare di un popolo, ma il corso intero del mondo creato, dalla sua origine alla sua consumazione”.[28] A questo punto si apre una nuova sezione: “La fede come ascolto e visione” e il documento continua facendo riferimento all’Alleanza che Dio stesso ha voluto intrecciare con l’uomo, creatura amata, e al quale Egli rivolge la sua Parola. La risposta dell’uomo, cioè la sua fede in Lui, consiste, come dice San Paolo, nell’ascolto: la fede viene dall’ascolto (Rom 10,17). Aggiunge: “La conoscenza associata alla parola è sempre conoscenza personale, che riconosce la voce, si apre ad essa in libertà e la segue in obbedienza. Perciò san Paolo ha parlato dell’”obbedienza della fede” (cfr Rm 1,5; 16,26)”. All’ascolto, però, deve necessariamente associarsi un “cammino di sequela”. Gli Apostoli non hanno solo ascoltato la Parola del Maestro, lo hanno seguito, passo dopo passo, anche quando la sequela era ostacolata dai loro limiti umani. In pratica si sono fidati di lui. E’ quello che tutti noi dovremmo imparare a fare meglio! Nella cultura greca, dice il Papa “l’ascolto è stato a volte contrapposto alla visione”, Anche la società odierna risente di questo: se non vediamo, non crediamo…e vorremmo vedere chiaro tutto e subito. Ma ecco il pensiero del Papa: “È invece chiaro che questa pretesa opposizione non corrisponde al dato biblico. L’Antico Testamento ha combinato ambedue i tipi di conoscenza, perché all’ascolto della Parola di Dio si unisce il desiderio di vedere il suo volto. In questo modo si è potuto sviluppare un dialogo con la cultura ellenistica, dialogo che appartiene al cuore della Scrittura. L’udito attesta la chiamata personale e l’obbedienza, e anche il fatto che la verità si rivela nel tempo; la vista offre la visione piena dell’intero percorso e permette di situarsi nel grande progetto di Dio; senza tale visione disporremmo solo di frammenti isolati di un tutto sconosciuto.[29] E’ senza dubbio un concetto di non facile comprensione, ma ci può essere di aiuto il ripensare al progetto di Dio su ognuno di noi e ricordare le parole di Gesù rivolte all’apostolo Filippo: «…chi ha visto me ha visto il Padre…» (Cfr. Gv 14, 8-9)
Preghiamo
Signore, è proprio vero ciò che dice San Paolo: «Quanto sono imperscrutabili i Tuoi giudizi e inaccessibili le tue vie». Nonostante tutto, aiutaci ad accogliere con fede gli uni e le altre. Amen
Forse tante cose non riusciamo a capirle ma, anche oggi, fidiamoci di Lui.
PG&PGR