3 Giugno 2022: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

l’umanità ha un estremo bisogno di riscoprire Dio e pertanto “è urgente recuperare il carattere di luce proprio della fede, perché quando la sua fiamma si spegne anche tutte le altre luci finiscono per perdere il loro vigore. La luce della fede possiede, infatti, un carattere singolare, essendo capace di illuminare tutta l’esistenza dell’uomo”. Non è raro che qualcuno, angosciato per qualche evento della vita, ci dica, tra le lacrime, che sta perdendo la fede e che la sua stessa esistenza non ha più alcuna importanza…E’ proprio questo il momento di re-imparare a confidare maggiormente in Dio, di chiedere la sua luce. Asserisce il Papa: “Perché una luce sia così potente, non può procedere da noi stessi, deve venire da una fonte più originaria, deve venire, in definitiva, da Dio”. C’è dunque bisogno di un nuovo incontro, di una nuova riscoperta di Dio “che ci chiama e ci svela il suo amore, un amore che ci precede e su cui possiamo poggiare per essere saldi e costruire la vita”. La vita si può cominciare a ricostruirla a tutte le età, l’importante è lasciarsi trasformare, plasmare dall’amore: “Trasformati da questo amore riceviamo occhi nuovi, sperimentiamo che in esso c’è una grande promessa di pienezza e si apre a noi lo sguardo del futuro”. Il cammino della vita, per chi non crede, può essere un salto nel buio, un’avventura inutile e faticosa. Continua Francesco papa: “La fede, che riceviamo da Dio come dono soprannaturale, appare come luce per la strada, luce che orienta il nostro cammino nel tempo”. E’ una fede personale che affonda, in primis, le sue radici nel passato, nella vita terrena dell’Emmanuele, Dio con noi, che è venuto a condividere in tutto, eccetto il peccato, la nostra condizione umana manifestando “il suo amore pienamente affidabile, capace di vincere la morte”. Ma c’è anche un secondo aspetto che si apre all’universalità e alla comunione. Prosegue, infatti: “Allo stesso tempo, però, poiché Cristo è risorto e ci attira oltre la morte, la fede è luce che viene dal futuro, che schiude davanti a noi orizzonti grandi, e ci porta al di là del nostro “io” isolato verso l’ampiezza della comunione. Comprendiamo allora che la fede non abita nel buio; che essa è una luce per le nostre tenebre”. E non solo per le nostre tenebre personali, ma quelle dell’umanità intera. Citando poi il XXIV canto del Paradiso, aggiunge: “Dante, nella Divina Commedia, dopo aver confessato la sua fede davanti a san Pietro, la descrive come una “favilla, / che si dilata in fiamma poi vivace / e come stella in cielo in me scintilla”. Infatti il “germe” della fede ci viene “iniettato” nel battesimo ed è destinato a crescere se noi lo accogliamo e lo nutriamo attraverso la preghiera e i sacramenti. Il Pontefice conclude: “Proprio di questa luce della fede vorrei parlare, perché cresca per illuminare il presente fino a diventare stella che mostra gli orizzonti del nostro cammino, in un tempo in cui l’uomo è particolarmente bisognoso di luce. [4] Teniamo sempre ben presente che ognuno di noi può essere luce…

Preghiamo

Signore fa’ di noi dei portatori di luce; non la nostra, ma quella che viene da Te. Aiutaci ad alimentarla, a tenere sempre accese le nostre lampade con l’olio della carità. Amen

Ed oggi? Decidete voi come alimentare le vostre lampade. Buona giornata,

PG&PGR