Carissimi,
riprendendo il discorso di ieri, possiamo dire che in questa critica al Cristianesimo “la fede ha finito per essere associata al buio. Si è pensato di poterla conservare, di trovare per essa uno spazio perché convivesse con la luce della ragione. Lo spazio per la fede si apriva lì dove la ragione non poteva illuminare, lì dove l’uomo non poteva più avere certezze”. In questo modo, però, la fede veniva declassata ad una sorta di “tappabuchi” per supplire alla limitatezza umana. “La fede –continua il Papa- è stata intesa allora come un salto nel vuoto che compiamo per mancanza di luce, spinti da un sentimento cieco; o come una luce soggettiva, capace forse di riscaldare il cuore, di portare una consolazione privata, ma che non può proporsi agli altri come luce oggettiva e comune per rischiarare il cammino”. Ma la fede, può essere limitata ad un qualcosa di soggettivo? Gesù Cristo è venuto a proporre un cammino universale, valido per ogni uomo e donna, di ogni tempo. E solo essa può dare la possibilità di guardare avanti, senza limitazioni, verso l’infinito di Dio. Infatti, prosegue: “Poco a poco, però, si è visto che la luce della ragione autonoma non riesce a illuminare abbastanza il futuro; alla fine, esso resta nella sua oscurità e lascia l’uomo nella paura dell’ignoto”. Quella della sola ragione è dunque una luce limitata come l’uomo è un essere limitato che, ad un certo punto, nella sua caparbietà, rinuncia a ricercare qualche cosa di più grande, Qualcuno che lo trascende: “E così l’uomo ha rinunciato alla ricerca di una luce grande, di una verità grande, per accontentarsi delle piccole luci che illuminano il breve istante, ma sono incapaci di aprire la strada. Quando manca la luce, tutto diventa confuso, è impossibile distinguere il bene dal male, la strada che porta alla mèta da quella che ci fa camminare in cerchi ripetitivi, senza direzione”.[3]
Questo ci fa pensare ad un mare in tempesta; la furia del vento e delle onde fa perdere la rotta al marinaio…anche la bussola impazzisce e il cielo oscurato dalle nuvole impedisce la vista della stella polare. Solo la luce di un “faro”, per quanto lontana e tenue, può ridare sicurezza per un approdo; l’ignorarla causerebbe un sicuro naufragio. C’è dunque bisogno di riscoprire una luce vera e sicura.
Per oggi ci fermiamo qui… Di spunti per riflettere ci sembra ce ne siano in abbondanza.
Preghiamo
Signore, in un mondo avvolto dalle tenebre, abbiamo bisogno di riscoprire, giorno dopo giorno, la luce vera “quella che illumina ogni uomo”; alimenta in noi il desiderio di lasciarci guidare da Te, dalla Tua luce che mai tramonta. Amen
Ed oggi, non preoccupiamoci troppo della “bolletta” di questa luce…E’ sempre stata gratuita e continuerà ad esserlo… Buona giornata,
PG&PGR