Carissimi
San Francesco di Sales ci ha insegnato che in ogni momento della nostra giornata, durante qualsiasi attività, è possibile fissare la mente in Dio, rivolgergli una breve preghiera, affidargli ciò che stiamo facendo, senza trascurare i momenti di “solitudine orante”. Sottolinea Papa Francesco: “Ciò nonostante, perché questo sia possibile, sono necessari anche alcuni momenti dedicati solo a Dio, in solitudine con Lui”. Riprendiamo l’esempio dei due innamorati: le parole, gli sguardi, qualche gesto di tenerezza, sono sempre possibili, anche in presenza di altri, ma c’è bisogno di momenti “particolari”, di maggiore intensità e intimità “cum grano salis!”. A questo proposito, il documento cita Santa Teresa d’Avila che abbiamo, più volte, incontrato nella Filotea: “Per santa Teresa d’Avila la preghiera è «un intimo rapporto di amicizia, un frequente trattenimento da solo a solo con Colui da cui sappiamo d’essere amati»”. Non pensiamo, però, che questi momenti siano riservati ad “anime elette” o, al massimo, a monaci, monache, preti, suore o qualche altro “addetto ai lavori”. Il Pontefice continua citando una espressione di San Giovanni Paolo II: “Vorrei insistere sul fatto che questo non è solo per pochi privilegiati, ma per tutti, perché «abbiamo tutti bisogno di questo silenzio carico di presenza adorata». La preghiera fiduciosa è una risposta del cuore che si apre a Dio a tu per tu, dove si fanno tacere tutte le voci per ascoltare la soave voce del Signore che risuona nel silenzio”.[149] A questo proposito ci piace qui ricordare un passaggio del discorso pronunciato a Nazatet il 5 gennaio 1964, da San Paolo VI, riferito al “clima” della Santa Famiglia: «In primo luogo essa ci insegna il silenzio. Oh! Se rinascesse in noi la stima del silenzio, atmosfera ammirabile ed indispensabile dello Spirito: mentre siamo storditi da tanti frastuoni, rumori e voci clamorose nella esagitata e tumultuosa vita del nostro tempo». Dopo più di mezzo secolo tutto questo si è amplificato. Ma come possiamo ascoltare la voce di Dio che parla al nostro cuore se non riusciamo a rivalutare il bene del silenzio? Tante volte, anche le nostre chiese, soprattutto prima e dopo le celebrazioni, assomigliano più a mercati che luoghi di culto! Nel numero successivo Sua Santità sottolinea: “In tale silenzio è possibile discernere, alla luce dello Spirito, le vie di santità che il Signore ci propone. Diversamente, tutte le nostre decisioni potranno essere soltanto “decorazioni” che, invece di esaltare il Vangelo nella nostra vita, lo ricopriranno e lo soffocheranno. Per ogni discepolo è indispensabile stare con il Maestro, ascoltarlo, imparare da Lui, imparare sempre. Se non ascoltiamo, tutte le nostre parole saranno unicamente rumori che non servono a niente. [150]. Gesù spesso si ritirava in disparte, da solo, per “dialogare” col Padre o con i suoi discepoli affinché comprendessero meglio le sue parole. Anche a noi il Signore parla nel segreto del nostro cuore, basta saperlo ascoltare.
Preghiamo
Signore aiutaci a riscoprire la bellezza del silenzio, del dialogo con Te, senza parole, senza ricercare frasi particolari, frasi ad effetto…Tu conosci già, uno per uno, i nostri pensieri. Amen
Riusciremo, oggi, a fare un po’ di silenzio per ascoltare meglio il Signore? Speriamo di sì. Buona giornata,
PG&PGR