22 Aprile 2022: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

consumismo ed edonismo! Due sostantivi che formano un binomio inscindibile che, per tanti versi, fotografano la società odierna sempre in cerca di nuove soddisfazioni, nuove emozioni, nuovi piaceri, che distraggono l’attenzione dell’uomo di fronte a tante emergenze. Papa Francesco commenta: “Il consumismo edonista può giocarci un brutto tiro, perché nell’ossessione di divertirsi finiamo con l’essere eccessivamente concentrati su noi stessi, sui nostri diritti e nell’esasperazione di avere tempo libero per godersi la vita. Sarà difficile che ci impegniamo e dedichiamo energie a dare una mano a chi sta male se non coltiviamo una certa austerità, se non lottiamo contro questa febbre che ci impone la società dei consumi per venderci cose, e che alla fine ci trasforma in poveri insoddisfatti che vogliono avere tutto e provare tutto”. Proviamo, ad esempio, a pensare alle “stagioni dei saldi”: file interminabili di gente che spera di potersi accaparrare capi di abbigliamento firmati, o altri beni di consumo non indispensabili, a prezzi stracciati, rischiando anche qualche “fregatura” (sob!). Oppure, torniamo indietro con la mente a sei mesi fa, al “black Friday”, una delle tante americanate che abbiamo importato da oltre oceano…Ma c’è di più, aggiunge Papa Francesco: “Anche il consumo di informazione superficiale e le forme di comunicazione rapida e virtuale possono essere un fattore di stordimento che si porta via tutto il nostro tempo e ci allontana dalla carne sofferente dei fratelli. In mezzo a questa voragine attuale, il Vangelo risuona nuovamente per offrirci una vita diversa, più sana e più felice”.[108] Quello che la G.E. vuole mettere in evidenza, anche nel campo della comunicazione, è la superficialità che allenta i rapporti umani diretti, quelli che danno la possibilità di guardarsi negli occhi, di renderci compartecipi della vita degli altri. Intendiamoci bene, non sono da demonizzare, ma neanche da idolatrare. Basterebbe un po’ di sano…equilibrio. Il terza capitolo, che abbiamo cominciato a rileggere insieme quasi un mese fa, si conclude con il richiamo alla testimonianza di tanti santi e sante, conosciuti e sconosciuti, che hanno incarnato le Beatitudini. Dice il Pontefice: “La forza della testimonianza dei santi sta nel vivere le Beatitudini e la regola di comportamento del giudizio finale. Sono poche parole, semplici, ma pratiche e valide per tutti, perché il cristianesimo è fatto soprattutto per essere praticato, e se è anche oggetto di riflessione, ciò ha valore solo quando ci aiuta a vivere il Vangelo nella vita quotidiana”. Se il Vangelo fosse solo un bel testo, un qualcosa da tenere sul comodino e da leggere prima di addormentarsi…servirebbe a poco. No, il Vangelo va vissuto, calato nel quotidiano, anche quando ci pungola, ci infastidisce, ci provoca. Il Papa conclude questo capitolo con una raccomandazione che, con sua licenza, facciamo nostra: “Raccomando vivamente di rileggere spesso questi grandi testi biblici, di ricordarli, di pregare con essi e tentare di incarnarli. Ci faranno bene, ci renderanno genuinamente felici”.[109] Beh, quanto meno, proviamoci!

Preghiamo

Signore, aiutaci a non considerare le otto Beatitudini come qualcosa riservata a pochi eletti, agli addetti ai lavori. Insegnaci a calarci in esse, a viverle nel nostro piccolo, a farne una regola di vita. Amen

Ed oggi, come detto prima, quanto meno, proviamoci! Buona giornata e buona domenica,

PG&PGR

N.B. Sì, lo sappiamo che oggi è venerdì, ma domani ci prendiamo un giorno di riposo. A lunedì prossimo.