Carissimi,
molto probabilmente ad ognuno di noi è capitato di scorgere, in qualche angolo della nostra città, qualcuno raggomitolato o addirittura addormentato sul un “letto” fatto di cartone, coperto alla meglio con qualche indumento e qualche foglio di giornale, magari in una sera o al mattino presto di una giornata rigida. Quale è stata la nostra reazione? Papa Francesco, con il linguaggio molto semplice che lo caratterizza, descrive un ipotetico incontro di questo tipo: “Quando incontro una persona che dorme alle intemperie, in una notte fredda, posso sentire che questo fagotto è un imprevisto che mi intralcia, un delinquente ozioso, un ostacolo sul mio cammino, un pungiglione molesto per la mia coscienza, un problema che devono risolvere i politici, e forse anche un’immondizia che sporca lo spazio pubblico”. E’ la reazione di chi si trova a proprio agio nell’imperante egoismo di una società perbenista e superficiale che rifiuta il Vangelo perché lo trova “scomodo” o “fuori moda”. Continua Francesco, papa: “Oppure posso reagire a partire dalla fede e dalla carità e riconoscere in lui un essere umano con la mia stessa dignità, una creatura infinitamente amata dal Padre, un’immagine di Dio, un fratello redento da Cristo. Questo è essere cristiani! O si può forse intendere la santità prescindendo da questo riconoscimento vivo della dignità di ogni essere umano?[98] Tutto dipende dalla considerazione che si ha per gli altri, soprattutto per quelli che la società considera “scarti” o non considera affatto. Se poi pensiamo che questo comportamento lo si ritrova anche in qualche famiglia, siamo davanti ad una tragedia. In nota ci viene ricordata la parabola del “Buon samaritano” (Lc 10,30-37) che senz’altro tutti ricordiamo. Calza a pennello! Bisogna riconoscere che sono molti, ma di fronte alle molteplici situazioni di bisogno e di sofferenza, sempre troppo pochi coloro che si fanno carico di alleviarle. “E questo –continua il Papa- implica per i cristiani una sana e permanente insoddisfazione. Anche se dare sollievo a una sola persona già giustificherebbe tutti i nostri sforzi, ciò non ci basta”. Cita poi un passaggio di una lettera coraggiosa che la Conferenza canadese dei vescovi cattolici ha inviato ai membri del parlamento del loro Paese: “I Vescovi del Canada lo hanno affermato chiaramente mostrando che, negli insegnamenti biblici riguardo al Giubileo, per esempio, non si tratta solo di realizzare alcune buone azioni, bensì di cercare un cambiamento sociale: «Affinché anche le generazioni a venire fossero liberate, evidentemente l’obiettivo doveva essere il ripristino di sistemi sociali ed economici giusti perché non potesse più esserci esclusione»”.[99] In effetti ciò che è più urgente non è tanto mettere qualche “toppa” qua e là, come si fa per le strade dissestate delle nostre città, ma entrare in uno spirito di cambiamento dei sistemi sociali che spesso penalizzano chi già si trova in difficoltà favorendo, guarda caso, i grandi e i potenti. Non possiamo far finta di niente di fronte a queste crude realtà. Il samaritano della parabola sopra citata è l’unico che, mosso a compassione, si fa carico del poveretto incappato nei briganti che lo hanno spogliato di tutto. Ma quanti sono, oggi, i briganti in giacca e cravatta?
Preghiamo
Signore non permettere che il Tuo popolo, quello dei credenti, resti indifferente di fronte a tante situazioni di povertà e di sofferenza. Insegnaci, sull’esempio di tanti santi, ad essere forti nella Fede e operosi nella Carità. Amen
E se oggi o domani ci imbatteremo in qualche fratello o sorella in difficoltà, cosa saremo pronti a fare? Buona giornata e buona Domenica delle palme.
PG&PGR