Carissimi,
in definitiva, chi sono gli operatori di pace? Coloro che tacciono di fronte ai problemi? Coloro che se ne disinteressano? Che si tappano le orecchie o nascondono la testa sotto la sabbia? Affatto! Il vero costruttore di pace sa immergersi nelle varie problematiche, ma lo fa con saggezza, con prudenza, con abnegazione con spirito di amicizia e soprattutto con carità: “I pacifici sono fonte di pace, costruiscono pace e amicizia sociale. A coloro che si impegnano a seminare pace dovunque, Gesù fa una meravigliosa promessa: «Saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9)”. Egli chiedeva ai discepoli che quando fossero giunti in una casa dicessero: «Pace a questa casa!»(Lc 10,5)”. La pace è il primo annuncio, il preludio che ci permette di entrare in uno spirito di ascolto per accogliere nel nostro cuore la Parola di Dio che “sollecita ogni credente a cercare la pace insieme agli altri (cfr 2 Tm 2,22), perché «per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia» (Gc 3,18). E se in qualche caso nella nostra comunità abbiamo dubbi su che cosa si debba fare, «cerchiamo ciò che porta alla pace» (Rm 14,19), perché l’unità è superiore al conflitto”.[88] In nota Papa Francesco prende in considerazione “alcune occasioni nelle quali può essere necessario parlare delle difficoltà di qualche fratello. In questi casi può succedere che si trasmetta un’interpretazione invece di un fatto obiettivo. La passione deforma la realtà concreta del fatto, lo trasforma in interpretazione e alla fine la trasmette carica di soggettività. Così si distrugge la realtà e non si rispetta la verità dell’altro”. Questo si ricollega al concetto di “prudenza e vigilanza” su noi stessi in quanto, spesso, la soggettività, il nostro modo di leggere i fatti, sostituisce l’oggettività. Lo stesso Papa conviene nel dire che “Non è facile costruire questa pace evangelica che non esclude nessuno, ma che integra anche quelli che sono un po’ strani, le persone difficili e complicate, quelli che chiedono attenzione, quelli che sono diversi, chi è molto colpito dalla vita, chi ha altri interessi”. Non escludere nessuno! Gesù, nel suo annuncio del Regno di Dio, dovremmo ormai saperlo bene, non ha escluso nessuno, neanche Giuda Iscariota, A differenza della Legge tanto cara ai Farisei e agli scribi, ha sempre offerto la possibilità di “redenzione” a tutti. Riprendendo poi ciò che aveva già espresso nella “Evangelii Gaudium”, aggiunge: “È duro e richiede una grande apertura della mente e del cuore, poiché non si tratta di «un consenso a tavolino o [di] un’effimera pace per una minoranza felice», né di un progetto «di pochi indirizzato a pochi». Nemmeno cerca di ignorare o dissimulare i conflitti, ma di «accettare di sopportare il conflitto, risolverlo e trasformarlo in un anello di collegamento di un nuovo processo». Si tratta di essere artigiani della pace, perché costruire la pace è un’arte che richiede serenità, creatività, sensibilità e destrezza. Seminare pace intorno a noi, questo è santità”. [89] Due aspetti fondamentali caratterizzano questa beatitudine: l’aver la mente e il cuore aperti verso chi non la pensa come noi evitando una sorta di elitarismo e il fuggire la superficialità nell’affrontare i problemi che, se non sviscerati, potrebbero ripresentarsi aggravati alla prima difficoltà. E di questo purtroppo, tutti noi, oggi, siamo testimoni.
Preghiamo riprendendo le parole di S. Francesco di Assisi
Signore, fa’ di noi degli strumenti della Tua pace per portare amore dove c’è odio, donare il perdono dove c’è offesa, costruire l’unità dove c’è divisione, portare il bene dove c’è il male, annunciare Te ovunque e sempre. Amen
Ed oggi, facciamoci strumenti di pace nelle mani di Dio per essere chiamati Suoi figli. Buona giornata,
PG&PGR