Carissimi,
siamo alla seconda sezione del capitolo decimo e Francesco di Sales affronta con decisione il “conflitto” tra le attrazioni della nostra natura umana e quelle di Dio che, talvolta, non vanno d’accordo: “Quando il nostro cuore corre verso le creature, lo fa con precipitazione, pensando di poter appagare i propri desideri; ma appena le ha incontrate, si accorge di dover ricominciare perché niente lo accontenta; Dio non permette che il nostro cuore trovi un luogo dove riposare, come la colomba uscita dall’arca di Noè; in tal modo sarà costretto a tornare a Dio da cui era partito. Il nostro cuore, di natura sua, è meraviglioso! Perché allora, contro la sua volontà, vogliamo costringerlo a servire le creature?” Cerchiamo di capire bene: quello di Francesco non è un invito al distacco dalle cose umane o, peggio ancora, al “non servizio” delle creature! Sarebbe una contraddizione con quanto ha detto finora e, soprattutto, in opposizione alla Parola di Dio che continuamente ci invita alla disponibilità verso i nostri fratelli e sorelle. Egli vuole soltanto sottolineare che questo “movimento” verso gli altri, per essere autentico, disinteressato e fruttuoso, deve trovare la sua origine in quello verso Dio. Ciò che aggiunge può aiutarci a comprendere meglio questo concetto: “Devi dire: Anima mia, tu che sei in grado di capire e di volere Dio, perché ti vuoi perdere in cose minori? Puoi tendere all’eternità, perché allora vuoi contentarti degli attimi? Era un motivo di rimpianto del figliuol prodigo: avrebbe potuto vivere da signore alla mensa di suo padre, e non aveva da mangiare a quella delle bestie! Anima mia, tu sei fatta per Iddio, sarai infelice se ti accontenti di meno!” La motivazione dell’allontanamento di quel giovane dalla casa del padre era semplicemente quella di volersi distaccare da quell’amore che, al suo “spirito libero”, appariva come una limitazione. Non aveva ancora ben capito che “tutto ciò che era del padre era anche suo (Cfr. Lc 15, 11-24). Quando, per qualche motivo, anteponiamo la creatura al Creatore, facciamo come chi, avendo a disposizione una sorgente di acqua fresca e pura, la ignora accontentandosi di un bacino in cui quell’acqua sorgiva, durante il suo corso, può essersi contaminata. Il de Sales conclude questo capitolo con una esortazione che ci permettiamo di fare nostra: “Innalza fortemente la tua anima con queste considerazioni, ricordale che è eterna e fatta per l’eternità; dalle coraggio a questo proposito” e tenendola ben presente…
…Preghiamo
Padre buono, il Tuo amore per ognuno di noi è eterno e ci introduce all’eternità. Aiutaci ad accoglierlo e viverlo profondamente perché possa trasformarsi, senza contaminazioni, in amore verso il nostro prossimo. Amen
Ed oggi proviamo a vivere più intensamente questo “innalzamento. Buona giornata,
PG&PGR