Carissimi,
eccoci ancora insieme per iniziare un nuovo capitolo, il decimo, dell’ultima parte di Filotea. Come ricorderete, martedì scorso ci siamo lasciati con una domanda: qual è il valore della mia anima? Beh, di fronte a Dio, ogni anima ha un valore immenso, ma di fronte a noi stessi? Francesco di Sales ci invita a fare alcune considerazioni e la prima ha proprio questo titolo: “Il valore delle nostre anime”. Il Cristianesimo, da sempre e in modo particolare, ha parlato di anima e di spirito. Ma sono la stessa cosa? Non proprio anche se spesso questi due concetti coincidono, Per comprendere meglio la sottile differenza dovremmo fare ricorso alla filosofia, ma non ci sembra questo il luogo per avventurarci in un tale discorso. Diciamo soltanto che nell’uomo, anche se con “sfaccettature” diverse, anima e spirito coincidono in un’unica realtà. Evidentemente, parlando di anima, non dobbiamo sottovalutare la dimensione “materiale” dell’uomo, il corpo, che, pur non essendo immortale come l’anima è comunque destinato alla risurrezione finale come professiamo nel Credo: “Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà”. Andiamo a sentire, ora, cosa dice il de Sales: “Considera la nobiltà e il valore della tua anima, che ha un intelletto che può conoscere tutto il mondo visibile, non solo, ma anche l’esistenza degli angeli e del paradiso; conosce l’esistenza di un Dio supremo, buono e ineffabile; conosce che c’è un’eternità e conosce anche quello che serve per vivere con dignità in questo mondo, per unirsi poi agli angeli in paradiso e per godere di Dio per l’eternità”. L’intelletto, che è uno dei sette doni dello Spirito Santo, chiama in causa anche la nostra materialità. L’anima e il corpo, “elementi” inscindibili, fanno dell’uomo il “capolavoro” della creazione. Se l’anima, come sostengono alcuni, non esistesse, che valore avrebbe la vita umana così difficile da essere vissuta? Continua il Nostro: “La tua anima in più è dotata di una volontà nobilissima che è in grado di amare Dio e non può odiarlo in se stesso. Osserva com’è generoso il tuo cuore. Niente di corrotto riesce ad attirare e a far posare le api, che si posano soltanto sui fiori; allo stesso modo il tuo cuore può trovare il suo riposo solo in Dio. Nessuna creatura può appagarlo”. Questo “riposo” indica la serenità che il pensiero di Dio suscita nel nostro essere, quando non si lascia monopolizzare dai soli pensieri umani che, spesso, tutto sono meno che sereni invitando allo scoraggiamento piuttosto che alla speranza. Infatti aggiunge Francesco:“Pensa pure ai divertimenti preferiti e più forti che in altri tempi hanno occupato il tuo cuore, e dovrai sinceramente ammettere che erano carichi di ansia molesta, di pensieri pungenti, di preoccupazioni inopportune, in mezzo a cui il tuo povero cuore era veramente smarrito”. Riflettiamo un po’ di più sul dono che Dio ha fatto esclusivamente all’uomo: un corpo e un’anima…e per oggi ci fermiamo qui.
Preghiamo
Signore, Tu ci hai creati, corpo ed anima; aiutaci, nel cammino della vita, a non dimenticare la loro inscindibilità e complementarietà che fanno parte della stessa realtà, quella del nostro essere. Amen
Ed oggi ricerchiamo un po’ più di sintonia tra il nostro corpo e la nostra anima. Buona giornata,
PG&PGR