Carissimi,
rileggendo questo breve capitolo, il sesto, che San Francesco di Sales intitola “Esame dello stato della nostra anima nei confronti del prossimo”, ci siamo posti la domanda: Come mai il Nostro amico dedica solo poche righe ad un argomento così importante? Beh, quando sarà il momento, lo chiederemo direttamente a lui; per ora possiamo solo immaginare la sua risposta: Non vi basta tutto quello che nella Sacra Scrittura, e in modo particolare nel Nuovo Testamento, è stato scritto a questo proposito? Scusa France’, ciai propio raggione! Infatti ogni parola di Gesù rimanda all’amore di Dio e, di conseguenza, del prossimo. Ci limitiamo ad una sola, ma significativa, citazione. Ad un dottore della legge che, per metterlo alla prova, lo interroga chiedendo quale fosse il comandamento più grande, il Maestro risponde: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti” (Mt 22,34-40). La stessa cosa si può dire di tutti gli altri scritti neotestamentari. Si può, e si deve, concludere che l’amore di Dio passa necessariamente per l’amore del prossimo. Francesco parte dagli affetti più stretti: “Bisogna amare il marito o la moglie con un amore dolce e sereno, fermo e costante; per prima cosa deve essere così perché è Dio che lo vuole e lo comanda. Lo stesso vale per i genitori e i figli, per gli amici, ciascuno al suo posto”. Questa ultima precisazione non va sottovalutata, soprattutto dai giovani che, molto spesso, amano passare il loro tempo più con gli amici che con i genitori, i fratelli o sorelle minori, i nonni…! Continua con una domanda secca e impegnativa: “In generale, qual è il tuo comportamento nei confronti del prossimo? Lo ami cordialmente per amore di Dio? Per saperlo con certezza, devi richiamare alla tua mente certa gente noiosa e sempre col broncio; è proprio in quel caso che sei chiamata a dar prova del tuo amore di Dio verso il prossimo. Ancor più, poi, nei confronti di chi ti fa del male, o con fatti o con parole”. Dunque, saper accogliere tutti, anche chi non è proprio piacevole e simpatico/a, anche…chi ti fa del male. E’ Gesù stesso che lo ha detto (Cfr: Lc 6,27). Non contento, il de Sales ci invita: “Esamina bene il tuo cuore per vedere se è sincero nei loro confronti e se sei molto contrariata nel doverli amare. Sei pronta a parlar male del prossimo, soprattutto di quelli con i quali c’è antipatia? Fai del male al prossimo, sia direttamente che indirettamente? Per poco che tu ci rifletta con serenità, te ne accorgerai facilmente”. A volte ci si illude di amare tutti, parenti, amici, conoscenti o, quanto meno, di non “odiare” nessuno, ma se proviamo a scavare un po’ di più nel profondo del nostro cuore, ci renderemo presto conto che abbiamo ancora molta strada da fare!
Preghiamo con le parole della liturgia del sesto giorno dell’ottava di Natale
Dio grande e misericordioso, la nascita del tuo Figlio unigenito nella nostra carne mortale
ci liberi dalla schiavitù antica che ci tiene sotto il giogo del peccato. Amen
Ed oggi potremmo chiederci: per me, qual è la “schiavitù antica?”. Buona giornata,
PG&PGR