21 Dicembre 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

“Esame dello stato della nostra anima nei confronti di Dio” è il titolo del quarto capitolo di quest’ultima parte della Filotea. Cominciamo male! La parola “esame”, non ci piace molto! Ci riporta indietro nel tempo, a quelle notti insonni prima della maturità e poi, almeno per noi due, a quella miriade di esami, tra filosofia e teologia (circa 80) distribuiti in sette anni… Non parliamo poi se si tratta di “esami” riguardanti la salute! Ma qui si tratta di ben altra cosa: un esame che chiama in causa non le nostre conoscenze nei vari campi o il nostro stato fisico, ma il rapporto personale con Dio. Francesco di Sales ci propone alcuni “quesiti” ai quali fornire, interiormente, delle risposte. Tranquilli, “l’Esaminatore” non è un freddo burocrate, ma qualcuno che ci conosce nel profondo e ci ama… Ed ecco la prima domanda del “test”: “Qual è l’atteggiamento del tuo cuore di fronte al peccato mortale? Sei decisamente risoluta a non commetterlo mai, qualunque cosa ti capiti? E questo proposito, lo hai mantenuto dal momento che l’hai fatto?” Domanda senza alcun dubbio impegnativa e per rispondere bisogna mettersi a cuore aperto davanti a Dio. Quel che segue ci rassicura un po’: “Il fondamento della vita spirituale consiste proprio in questo fermo proposito”. Meno male! Qui si parla di “proposito” e non di “risultati”; se così non fosse, poveri noi! La seconda è un po’ più specifica: “Qual è l’atteggiamento del tuo cuore di fronte ai Comandamenti di Dio? Li trovi giusti, dolci, di tuo gradimento? Figlia mia, a chi ha il gusto sano e lo stomaco in ordine, piacciono i cibi buoni e ripugnano i guasti”. I Comandamenti, le Dieci Parole, non sono un “dictat” di un Dio severo e intransigente, ma una guida redatta da un Padre per indicarci un percorso sicuro, uno stile di vita e, al tempo stesso, nella Sua bontà, ci mette in guardia contro le “deviazioni” che potrebbero attrarre traendoci in inganno.  La terza domanda ci sprona a confrontarci con quei comportamenti “leggeri” che, a lungo andare, però, possono appesantire l’animo: “Qual è l’atteggiamento del tuo cuore di fronte al peccato veniale? E’ quasi impossibile non commetterne qualcuno qua e là; ma ce n’è qualcuno al quale ti senti più particolarmente portata? Peggio ancora, ce n’è forse qualcuno cui sei affezionato?” Il peccato “veniale”, lo sappiamo, non toglie la grazia e la comunione con Dio e la Chiesa, ma proprio perché tale può essere evitato con un po’ più di buona volontà. Ed eccoci alla quarta domanda: “Qual è l’atteggiamento del tuo cuore di fronte alle pratiche di pietà? Ti piacciono? Le stimi? Non ti indispettiscono? Non ne sei stanca? Verso quali ti senti attratta e verso quali no? Ascoltare la Parola di Dio, leggerla, parlarne, meditare, innalzarti a Dio, confessarti, ricevere consigli spirituali, regolare gli affetti. Quale di queste azioni ripugna al tuo cuore? Se trovi qualche cosa a cui il tuo cuore si piega con maggiore difficoltà, ricerca da dove viene questo disgusto, quale ne sia la causa”. Forse oggi l’espressione “pratiche di pietà” è “démodé”… Proviamo a sostituirla con “preghiera personale e comunitaria”, “vita sacramentale”, “partecipazione più attiva alla vita della comunità locale”. Se riusciamo ad individuare la causa di qualche “ripugnanza”, perché non impegnarci di più per migliorarne la qualità? A domani per il proseguimento dell’esame ma, stanotte, dormite tranquilli e sereni.

Preghiamo con le parole della liturgia del sesto giorno della novena

Esaudisci con bontà le preghiere del tuo popolo, o Padre, perché coloro che si rallegrano
per la venuta del tuo Figlio unigenito nella nostra carne possano giungere al premio della vita eterna quando verrà nella gloria. Amen

Ed oggi: un piccolo “ripasso” potrebbe aiutarci. Buona giornata,

PG&PGR