16 Novembre 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

una delle malattie moderne più comuni e che spesso compromettono la salute del corpo e dello spirito è quella che chiamiamo, con un “simpatico” termine inglese, “stress”. Non crediamo sia necessario spiegare che cosa sia visto che, chi più chi meno, per tanti motivi, tutti soffriamo di questa sindrome. Siamo, però, convinti che esista anche una sorta di “stress” dell’anima che Francesco, chiama “inquietitude” (P. Balboni lo traduce con il termine “agitazione”) e che definisce come “uno dei mali peggiori che possa colpire l’anima, eccettuato il peccato”. Con un riferimento alla storia di tanti popoli e, probabilmente, in modo più diretto alla situazione politica e sociale della Francia del XVII secolo, devastata anche dalle “guerre di religione”, dice che : “Allo stesso modo che le sedizioni e i turbamenti interni di uno Stato lo rovinano completamente e lo rendono incapace di opporre resistenza agli aggressori esterni, così il nostro cuore, quando è turbato e agitato dentro di sé, perde la forza di conservare le virtù che aveva acquistato e, nello stesso tempo, perde anche la capacità di resistere alle tentazioni del nemico, il quale, come dice il proverbio, in tal caso, si impegna a fondo per pescare in acque torbide.” Non si può certamente negare che quando siamo ansiosi, agitati, turbati, preoccupati siamo maggiormente vulnerabili e il maligno approfitta di questi momenti di debolezza per “lavorarci ai fianchi” ed ingannarci presentandosi anche sotto le mentite spoglie della ricerca del bene: “L’agitazione viene da un desiderio smodato di liberarci dal male che ci opprime o di acquisire il bene che speriamo”. Liberarci dal male, acquisire il bene, sono senza dubbio desideri ottimi, ma guai quando rischiano di trasformarsi in ossessioni. San Paolo nella Seconda lettera ai Corinzi (Cfr.12,7-9), dice di avere “una spina nel fianco ed aver pregato per esserne liberato. La risposta del Signore è stata: “Ti basta la mia grazia…”. Ci permettiamo di aggiungere che, alla grazia di Dio, va associata la nostra fede in Lui. Il Salesio aggiunge: “Nulla peggiora il male e allontana il bene quanto l’agitazione e la precipitazione. Gli uccelli rimangono presi nelle reti e nei lacci, soprattutto perché quando vi si impigliano, si dibattono e si agitano disperatamente per venirne fuori, e così si inviluppano sempre più.” La saggezza del santo vescovo individua nella fretta la causa dell’agitazione che, invece di avvicinarci al compimento del bene, spesso costituisce un ostacolo e, dunque ammonisce: “Quando dunque sentirai il desiderio di essere liberata da qualche male e di pervenire a qualche bene, prima di tutto mettiti calma e serena, fa calmare il tuo intelletto e la tua volontà, e poi, con moderazione e dolcezza, insegui pure il sogno del tuo desiderio, prendendo con ordine i mezzi idonei; quando dico con moderazione, non intendo dire con negligenza, ma senza precipitazione, senza turbamento e agitazione; diversamente, invece di raggiungere l’oggetto del tuo desiderio, rovinerai tutto e ti troverai peggio di prima.” L’impazienza, anche se animata dalle migliori delle intenzioni, può portare all’imprudenza che è sempre dannosa per lo spirito e per il corpo.

Preghiamo

Signore liberaci dall’ansia, dalle eccessive preoccupazioni, dalle paure per il futuro. Abbiamo bisogno di sentire sempre di più la Tua presenza rassicurante accanto a noi, la presenza di un Padre che ci ama alla follia. Amen

Viviamo questa giornata nella certezza che il Signore ci è sempre vicino. Un saluto a tutti,

PG&PGR