Carissimi,
“Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti.” (Mt 7, 12) Con queste parole il Signore Gesù si avvia alla conclusione del “Discorso della montagna”. La stessa cosa ci raccomanda Francesco di Sales concludendo il XXXVI capitolo: “Filotea, sii costante e giusta nelle tue azioni: mettiti sempre al posto del prossimo e metti lui al tuo e così giudicherai rettamente; quando compri fa la venditrice e quando vendi fa la compratrice e vedrai che riuscirai a vendere e comprare secondo giustizia.” Mettersi nei panni degli altri può essere un ottimo sistema per poterli comprendere meglio ed essere, nei loro confronti, più giusti e ragionevoli. Prima di criticare il comportamento altrui sarebbe buona norma chiedersi: “Ma io, al suo posto, come mi sarei comportato/a?” A volte, anche inavvertitamente, possiamo compiere “piccole ingiustizie, che non obbligano alla restituzione, perché ci limitiamo rigorosamente nei termini a nostro favore; ma non per questo è un motivo per non correggerci.” Pensiamoci bene: quelle che a noi possono sembrare mancanze di poca importanza, potrebbero assumere, nell’animo degli altri, un peso diverso tanto da trasformarsi in ” grosse mancanze contro la ragionevolezza e la carità; se si guarda bene sono veri imbrogli: ma che ci vuole in fin dei conti a vivere con generosità, nobiltà di cuore, cortesia, e con un cuore signore, costante e ragionevole?” E’ una bella domanda! L’unica risposta che possiamo dare, non tanto a parole quanto con i fatti, è il convincerci che non tutto è dovuto, che non siamo infallibili, che non siamo noi a dover giudicare ciò che giusto e ciò che non lo è, che dobbiamo imparare ad evitare di mettere al primo posto il nostro “io”. Per questo il Nostro continua dicendo: “Ricordati di esaminare spesso il tuo cuore, Filotea, per vedere se verso il prossimo si comporta come vorresti che si comportasse lui nei tuoi confronti se tu fossi al suo posto; qui sta la ragionevolezza.” Attingendo poi ad un episodio della vita dell’imperatore Traiano, vissuto a cavallo tra i I e il II secolo, riportato da Eutropio (storico del IV sec.) nel suo Trattato sulla storia di Roma, dice: “Traiano, rimproverato dai suoi confidenti perché rendeva, secondo loro, la Maestà imperiale troppo accessibile, rispose: E sì, perché non dovrei essere per i cittadini quel tipo di imperatore che io vorrei incontrare se io stesso fossi semplice cittadino?” Se un pagano poteva esprimersi con queste parole rispetto all’essere giusti e ragionevoli, quanto più noi cristiani dobbiamo sentire il dovere di agire in questo modo.
Preghiamo
Signore tu ci inviti ad essere sale della terra e luce del mondo. Non permettere che il nostro orgoglio soffochi questa vocazione ed insegnaci ad esaminare spesso il nostro cuore. Amen
Viviamo questo giorno nella consapevolezza che generosità, nobiltà d’animo e cortesia non costano nulla. Buona giornata,
PG&PGR