27 Agosto 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

all’inizio della seconda sezione del capitolo XXIX Francesco sente di dovere di fare una affermazione grave: “La maldicenza è un vero omicidio, perché tre sono le nostre vite: la vita spirituale, con sede nella grazia di Dio; la vita corporale, con sede nell’anima; la vita civile che consiste nel buon nome. Il peccato ci sottrae la prima, la morte ci toglie la seconda, la maldicenza ci priva della terza.” Ancora una volta il detto “ne uccide più la lingua che la spada”, già citato altrove, si rivela tragicamente reale… Purtroppo la cronaca continua a dare notizia di suicidi, specialmente tra gli adolescenti, dovuti alla maldicenza che si serve anche dei moderni mezzi di comunicazione per screditare o ridicolizzare. Continua amaramente il de Sales: “Il maldicente, con un sol colpo vibrato dalla lingua, compie tre delitti: uccide spiritualmente la propria anima, quella di colui che ascolta e toglie la vita civile a colui del quale sparla.” Dunque la maldicenza allarga il suo influsso negativo anche in chi l’ascolta e l’approva rendendosi complice. Per rafforzare questo concetto Francesco chiama quali testimoni San Bernardo e il libro dei Salmi: il primo, in un sermone afferma: “sia colui che sparla come colui che ascolta il maldicente, hanno il diavolo addosso, uno sulla lingua e l’altro nell’orecchio”; il Salmo 140 nel versetto 4, riferendosi ai maldicenti dice: “Hanno affilato le loro lingue come quelle dei serpenti.” Pensiamo sia superfluo rammentare che il serpente, da sempre, è simbolo di malvagità, doppiezza, menzogna che si insinua nell’animo umano strisciando silenziosamente; il Nostro, facendo riferimento alla forma della lingua afferma: “Il serpente ha la lingua biforcuta, a due punte, come dice Aristotele; tale e quale è quella del maldicente, che con un sol morso ferisce e avvelena l’orecchio di chi ascolta e il buon nome di colui di cui parla male.” Concludiamo questa sezione con la raccomandazione accorata che viene rivolta a Filotea e, di conseguenza, a tutti noi: “Per questo ti scongiuro, carissima Filotea, di non sparlare mai di alcuno, né direttamente, né indirettamente. Sta attenta a non attribuire delitti e peccati inesistenti al prossimo, a non svelare quelli rimasti segreti, a non gonfiare quelli conosciuti, a non interpretare in senso negativo il bene fatto, a non negare il bene che sai esistere in qualcuno, a non fingere di ignorarlo, tanto meno poi devi sminuirlo a parole; agendo in questo modo offenderesti seriamente Dio, soprattutto se dovessi accusare falsamente il prossimo o negassi la verità a lui favorevole; mentire e contemporaneamente nuocere al prossimo è doppio peccato. Coloro che per seminare maldicenza fanno introduzioni onorifiche, e che la condiscono di piccole frasi gentili, o peggio di scherno, sono i maldicenti più sottili e più velenosi. Protesto, dicono, che gli voglio bene e che per il resto è un galantuomo, ma, continuano, la verità va detta: ha avuto torto nel commettere quella perfidia; quella è una ragazza virtuosissima, ma si è lasciata sorprendere…, e simili piccole cornici!”. La maldicenza è veramente una piaga sociale e in modo particolare quando, per rafforzarla, viene invocata, in modo improprio e menzognero, la verità .

Preghiamo

Liberaci Signore da ogni tentazione di giudizio, di critica distruttiva e, soprattutto, dalla maldicenza. Il nostro cuore, la nostra mente e la nostra bocca rifiutino sempre e comunque la falsità mascherata di verità. Amen

Chiediamo al Signore di vivere questa giornata all’insegna della verità che rende liberi. Un saluto a tutti,

PG&PGR