25 Agosto 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

oggi la Chiesa, in modo particolare quella francese, celebra la memoria di San Luigi IX, re di Francia, citato più volte da San Francesco di Sales. Tra le tante riforme varate durante il suo regno c’è anche l’introduzione della “presunzione d’innocenza” fino a prova contraria che anche un giudice è tenuto ad osservare per non emettere giudizi ingiusti o, se preferite, temerari. Francesco, andando avanti nella sua esposizione, pone una ipotetica domanda a cui fa seguire una convinta risposta: “Ma allora, non è mai permesso giudicare il prossimo? No, mai! E’ Dio solo, Filotea, che giudica i colpevoli secondo giustizia.” Ma, potremmo chiedere, che posto occupa, in questo, la giustizia umana? Risponde: “E’ vero che (Dio) si serve della voce dei magistrati per renderla intelligibile alle nostre orecchie: sono il suo tramite e i suoi interpreti e devono pronunciare soltanto quello che hanno sentito da Lui, quasi come oracoli. Se agiscono diversamente, seguendo le loro passioni, in tal caso chi giudica sono loro e dovranno renderne conto essendo a loro volta giudicati, perché agli uomini, in quanto uomini, è proibito di giudicare.” Il Nostro, con competenza, può permettersi di parlare in questo modo; non dimentichiamo che aveva conseguito una laurea in diritto canonico e civile presso la prestigiosa università di Padova. A questo proposito fa una interessante precisazione: “Vedere o conoscere una cosa, non è giudicare, perché il giudizio, stando al detto della Scrittura, presuppone la necessità di chiarire una difficoltà, che può essere piccola o grande, vera o apparente; infatti dice che coloro i quali non credono sono già giudicati; non ci sono dubbi sulla loro condanna eterna. Non c’è nulla di male nel dubitare del prossimo, perché non è proibito dubitare, ma giudicare! Tuttavia non e permesso dubitare o sospettare se non proprio quando rigorosamente non se ne può fare a meno, e siamo costretti a dubitare da motivi e ragioni serie. Al di fuori di ciò i dubbi e i sospetti sarebbero temerari.” Ecco la “presunzione d’innocenza” alla quale accennavamo poc’anzi. Riprendendo, poi, l’esempio di Giacobbe e Rachele che abbiamo citato ieri, aggiunge: “Se qualche occhio maligno avesse visto Giacobbe mentre baciava Rachele vicino al pozzo, e se avesse visto Rebecca accettare in dono braccialetti e orecchini da Eleazaro, forestiero in quel paese, avrebbe, senza alcun dubbio, pensato male di quei due modelli di virtù, ma senza ragione e senza fondamento; perché quando un’azione è per se stessa indifferente, tirarne cattive conclusioni è un sospetto temerario, a meno che siamo costretti al sospetto da molte indicazioni inequivocabili.” Avviandosi alla conclusione di questo lungo capitolo afferma: “Concludere da un’azione mal fatta la condanna della persona è un giudizio temerario”. Chi di noi può dire di non aver mai sbagliato, di essere esente da ogni tipo di colpa? A nostra memoria solo una persona può affermarlo…la Santa Vergine! Astenersi dai giudizi temerari vuol dire aver cura della propria coscienza liberandola dai sospetti che, il più delle volte sono dettati da invidie e gelosie. Prosegue, infatti, il de Sales: “E per finire ti dico che chi ha molta cura della propria coscienza non è quasi mai portato ai giudizi temerari; come le api vedendo la nebbia o il tempo nuvoloso si rifugiano nelle loro arnie a sistemare il miele, allo stesso modo i pensieri delle anime buone non si posano su oggetti confusi, né sulle azioni poco chiare del prossimo. Anzi, per evitare il pericolo, si raccolgono all’interno del loro cuore per curare i buoni propositi del proprio emendamento. Soltanto un’anima insulsa può perdere tempo ad esaminare la vita degli altri.” A questo punto sarebbe lecita la domanda: quale deve essere il comportamento di coloro che hanno il servizio dell’amministrazione della giustizia? Consapevole di questo risponde: “Faccio eccezione per quelli che hanno la responsabilità di altri, sia in famiglia che nella società: per essi gran parte della coscienza sta nel guardare e vegliare su quella degli altri. Adempiano al loro dovere con amore; al di fuori di ciò, si comportino come tutti.” Potrebbe essere un ottimo consiglio per tutti coloro che sono chiamati a questo servizio ricordando anche il sacrificio di quanti hanno dato la vita per amore della giustizia. Per qualcuno è stato addirittura un “veicolo” per raggiungere la santità.

Preghiamo

Signore, tu solo hai in mano la bilancia per giudicare gli uomini. Siamo certi, e di questo ti ringraziamo, che al peso dei nostri peccati, tu opponi quello della tua bontà e della tua misericordia. Amen

Ed oggi…più misericordia e benevolenza con tutti. Buona giornata,

PG&PGR