23 Agosto 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

apriamo questa sezione del XXVIII capitolo con una affermazione del Salesio che potrà sembrare un po’ difficile da capire; cercheremo poi di renderla più accessibile: “La carità teme l’incontro con il male, tanto meno lo cerca; quando ci si imbatte volge altrove lo sguardo e fa finta di niente, anzi chiude gli occhi prima di vederlo, alle prime avvisaglie e finisce con il credere, con santa semplicità, che quello non era male, ma soltanto un’ombra o un fantasma del male; se poi l’evidenza la costringe ad ammettere che è proprio male, se ne allontana immediatamente e cerca di dimenticarne l’aspetto.” La carità, cioè l’amore, è in continua lotta con il male e, conoscendone la forza e il “fascino”, non lo sfida: non sarebbe saggio vista la debolezza dell’uomo! La tentazione, che è sempre in agguato, troverebbe mille modi pur di indurre all’inganno. Fuggire le tentazioni non è segno di “vigliaccheria”, ma un modo intelligente di reagire a chi, subdolamente, cerca di farci cadere. Francesco, di seguito, afferma: “Per tutti i mali il grande rimedio è la carità; in modo particolare per questo”. Spesso abbiamo avuto modo di constatare che, per offrire un’immagine più chiara del suo pensiero, il Nostro si serve anche di esempi che richiamano la medicina del suo tempo: “Tutto sembra giallo agli occhi degli ammalati gravi di itterizia; si dice che per guarirli da questo male bisogna obbligarli a mettere un po’ d’erba detta celidonia sotto la pianta dei piedi.” Non abbiamo modo di verificare l’efficacia di tale strano rimedio suggerito dal  medico e botanico italiano Pietro Andrea Mattioli (1501-1578), ma lo prendiamo per buono in quanto ci dà modo di comprendere meglio segue: “Il peccato del giudizio temerario è un’itterizia spirituale, che, agli occhi di coloro che ne sono affetti, trasforma tutte le cose in cattive; chi vuole guarirne, non deve curare gli occhi, ossia l’intelletto, ma gli affetti, che sono i piedi dell’anima: se i tuoi affetti sono dolci, se sono caritatevoli, anche i tuoi giudizi lo saranno.” Un consiglio spassionato: non perdiamo tempo a ricercare, in tutte le erboristerie delle nostre città, questa “celidonia” (peraltro molto cara – n.d.r.); forse, e sottolineiamo forse, potrebbe essere utile per una migliore funzionalità epatica, ma per quanto riguarda l’itterizia provocata dai giudizi temerari, consigliamo di ricercare nella “farmacia” del nostro cuore quel medicinale, assolutamente gratuito, che si chiama “carità”: non ha bisogno di prescrizione medica e non è dotato di “bugiardino” chilometrico! L’unica difficoltà è che spesso si nasconde dietro altri rimedi…inutili! Sta a noi trovarla e “assumerla” mettendola in pratica.

Preghiamo

Signore fa’ che nulla ci ostacoli nella ricerca della carità; allontana da noi ogni tentazione di giudizio e rendici maggiormente capaci di ricercare, in ogni occasione, il bene che si nasconde dentro ogni fratello e sorella. Amen

Ed oggi, cerchiamo bene nell’armadietto dei medicinali…! Buona giornata,

PG&PGR