Carissimi,
riprendiamo e terminiamo oggi il XXVII capitolo. Francesco di Sales afferma che “uno dei difetti peggiori dello spirito è quello di essere beffardo: Dio odia molto questo vizio e sappiamo che lo ha punito con castighi esemplari.” Si riferisce a quanto, del “beffardo”, è detto nel libro dei Proverbi e, soprattutto. nel profeta Isaia (29,20). Poi, chiamando in causa la carità, prosegue asserendo che “nessun vizio è così contrario alla carità, e più ancora alla devozione, quanto il disprezzo e la derisione del prossimo.” Lo schernire gli altri con malizia è un vero e proprio peccato grave contro la dignità della persona in quanto è sempre accompagnato dal disprezzo: “La derisione e la beffa non vanno senza disprezzo; è per questo che è un peccato molto grave, e i moralisti hanno ragione di dire che la derisione è il modo peggiore di offendere il prossimo con parole; le altre offese salvano sempre, in una certa misura, la stima per la persona; la derisione invece non la risparmia in nulla.” Quando sentiamo parlare di gruppi di giovinastri (e anche adulti) o di “bulli” che si accaniscono contro chi non sa o non può difendersi, non ci indigniamo forse? No, non si tratta solo di bravate; l’infierire, anche solo a parole, contro qualsiasi tipo di diversità, non può essere tollerato tra esseri civili. Questo evidentemente non ha nulla a che vedere con gli “sfottò” senza cattiveria, tra amici e Francesco aggiunge: “Cosa molto diversa sono le battute scherzose tra amici; si fanno in allegria e gioia serena. Si tratta addirittura di una virtù cui i Greci davano il nome di eutrapelia: noi diciamo buona conversazione. E’ il modo di prendersi una onesta e amabile ricreazione sulle situazioni buffe cui i difetti degli uomini danno occasione.“ Aristotele definiva questa “eutrapelìa” come una virtù e il sommo Dante, nel “Convivio” ne parla come lo stare insieme piacevolmente. A chi di noi non è successo di prendere in giro, benevolmente, un nostro amico? Ma avverte prudentemente il de Sales: “Bisogna soltanto stare attenti a non passare dagli scherzi sereni alla derisione. La derisione provoca al riso per mancanza di stima e per disprezzo del prossimo; invece la battuta allegra e la burla scherzosa provocano al riso per la ” trovata “, gli accostamenti imprevedibili fatti in confidenza e schiettezza amichevole; e sempre con molta cortesia di linguaggio.” Il capitolo termina con un aneddoto tratto dalla biografia del santo re di Francia Luigi IX che Francesco riassume in questo modo: “S. Luigi quando le persone bigotte volevano parlargli di argomenti impegnativi dopo il pranzo, era solito dire: Ora non è tempo di dotte discussioni, ora è tempo di allegria e di scherzi; ciascuno dica quello che si sente. In tal modo andava incontro alla nobiltà che lo circondava per ricevere gentilezze da Sua Maestà. Filotea, l’importante è passare il tempo di ricreazione in modo tale da conservare per devozione il pensiero della santa eternità.” Dunque anche il tempo del divertimento e dello svago onesto può diventare un modo per lodare Dio. Pensiamoci durante quei pochi giorni di vacanza che riusciremo a strappare ai nostri impegni lavorativi.
Preghiamo
Signore ti ringraziamo per i momenti di svago e di allegria e fa che, anche in questo tempo, non ci dimentichiamo di Te e del Tuo amore per noi. Amen.
Viviamo questi giorni riservando uno spazio particolare per il Signore. Buona giornata,
PG&PGR