Carissimi,
“Sul parlare e in primo luogo come si deve parlare di Dio” è il titolo che Francesco di Sales assegna al XVI capitolo che iniziamo oggi. Esordisce dicendo: “I medici, dall’esame della lingua di un paziente, si fanno un’opinione fondata sul suo stato di salute; per noi le informazioni valide sullo stato della nostra anima sono le parole”. A conferma di questo cita ciò che Gesù dice in Matteo 12,37: “In base alle tue parole sarai giustificato e dalle tue parole sarai condannato”; ma per comprendere bene questa affermazione bisogna risalire alle seconda parte del versetto 34: “La bocca parla dalla pienezza del cuore”. Tante volte si parla “tanto per parlare” senza far troppo caso a quanto si dice. In questo caso, però, ci sembra evidente che il parlare viene inteso come espressione di un profondo convincimento del nostro credere in Dio. Aggiunge il Salesio, citando il salmo 37 che mette a confronto il comportamento del giusto e quello dell’empio: “Quando proviamo un dolore, subito vi portiamo la mano sopra; lo stesso fa la lingua sull’amore che proviamo. Per cui, Filotea, se sei molto innamorata di Dio, parlerai spesso di Dio nelle conversazioni familiari con i i tuoi domestici, con gli amici, con i vicini: perché, la bocca del giusto mediterà la sapienza, e la sua lingua parlerà con giudizio.” Portando poi l’esempio delle api continua: “A somiglianza delle api, che con la loro boccuccia trattano solo il miele, la tua lingua sarà sempre profumata del suo Dio, e il tuo più grande piacere sarà quello di sentir fluire dalle tue labbra lodi e benedizioni al suo nome, proprio come si dice di S. Francesco d’Assisi, il quale, dopo che aveva pronunciato il santo nome del Signore, ripassava la lingua sulle labbra per continuare ad assaporare la più grande dolcezza del mondo”. Ma ciò che esprimono con le parole tanti cristiani, a proposito di Dio, sono sempre “lodi e benedizioni”? Non pensiamo solo alla bestemmia e chiediamoci con quanta convinzione si dice “sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno” e cosa facciamo perché questo si realizzi…E quanto timore abbiamo nel dire “sia fatta la tua volontà”!?
Preghiamo
Signore fa’ di noi degli strumenti del Tuo amore. Il nostro dire sia un riflesso del sentirci amati capace di trasmettere a quanti poni sul nostro cammino gioia, speranza e pace. Amen
Ed oggi trasformiamoci in “fattorini” dell’amore di Dio. Buona giornata,
PG&PGR