Carissimi,
oggi celebriamo la festa della Trasfigurazione del Signore. Nel messaggio del 6 agosto dello scorso anno vi avevamo proposto la riflessione che San Francesco di Sales, nelle Esortazioni, fa di questo mistero. Ve ne riproponiamo il passaggio centrale: “Nostro Signore parla della sua passione e della sua morte che è l’atto supremo del suo amore…nella consolazione bisogna ricordarsi della passione”. E ora andiamo avanti con Filotea: seconda e ultima parte del XXV capitolo. Il nostro si rivolge a coloro che vivono lo stato della vedovanza. Per rispetto verso di loro non faremo alcun commento limitandoci a riportare il testo: “ Niente di male che anche le vedove, che cercano marito, si ornino con una certa evidenza, purché non esibiscano leggerezze; sono già madri di famiglia, hanno passato i dispiaceri della vedovanza; si ha il diritto di giudicarle persone di spirito maturo e formato. Le vere vedove, che sii sentono tali non solo nel corpo, ma anche nel cuore, devono rinunciare a tutti gli ornamenti; per esse c’è l’umiltà, la modestia, la devozione. Se vogliono dare amore agli uomini, non sono vedove vere, e se non ne vogliono dare, perché vanno in giro con le insegne? Chi non vuole più ricevere clienti, deve togliere l’insegna.” E’ curioso, ma veritiero, il riferimento che poi fa a quelle persone che, in età “matura” tendono ad imitare, nell’abbigliamento, i loro “nipoti”: “Ci si diverte sempre alle spalle delle persone anziane che vogliono fare i belli: le pazzie si possono permettere solo ai giovani!” Pensiamo non ci sia bisogno di fare ulteriori commenti…! Ecco poi l’invito alla moderazione e alla saggezza che, ampliandone la visione, potrebbe non riguardare soltanto l’aspetto esteriore: “Sii sempre in ordine, Filotea; non ci deve essere niente in te che sappia di trasandato, di approssimativo, di raffazzonato: sarebbe segno di disprezzo per quelli che incontri, andare da loro con un abito indecoroso; d’altra parte evita l’affettazione, la vanità, la ricercatezza, le follie. Fin che ti è possibile rimani semplice e modesta; è il più bell’ornamento della bellezza e la miglior copertura in caso che la bellezza non ci fosse!” C’è qui un riferimento, seppur celato, alla teologia di San Tommaso d’Aquino che dice: “La virtù è innanzitutto un “abito”, ovvero una qualità che caratterizza l’essere del soggetto: si può definire anche come un tratto del carattere, , un modo di vivere che contraddistingue una persona. La virtù nasce dall’esercizio continuo e consapevole del soggetto, che compie un serie di atti da cui nasce l’habitus”. Il Salesio fa anche un riferimento alla Prima lettera di San Pietro (3,3) che “chiede, in modo particolare alle giovani donne, di non portare i capelli esageratamente increspati, arricciati, inanellati, ritorti a modo di serpente.” Non si esime poi dal rivolgere una critica anche agli uomini “tanto smidollati da perdere tempo in queste civetterie”. Francesco ci ha abituati al suo parlare schietto, senza “peli sulla lingua” che tende sempre alla ricerca del bene delle anime e perciò non ci meraviglia leggere quanto segue: “Le donne vanitose sono considerate arrendevoli in fatto di castità. Se poi sono virtuose non è che si veda tanto in mezzo a tante scemenze e stupidaggini. Dicono, per difendersi, che non pensano male; ma io dico, come del resto ho già detto, che al male ci pensa il diavolo.” Questo capitolo sul buon gusto e il senso della misura che, vogliamo sottolinearlo ancora una volta, va letto in “doppia versione”, materiale e spirituale, il Nostro lo conclude con un caloroso invito ai suoi lettori che fa eco ad un pensiero del re santo Luigi IX riportato dal suo biografo Jean de Joinville: “Da parte mia vorrei che il devoto e la devota che seguono i miei consigli fossero quelli vestiti sempre con più gusto nella brigata, ma i meno ricercati e affettati; come dice il proverbio, vorrei che fossero ornati di grazia, di gentilezza e di dignità. S. Luigi lo esprime molto bene: Ci si deve vestire secondo la propria condizione, di modo che i saggi e i buoni non possano dire: ti sei caricato troppo; e i giovani: ti sei tirato troppo giù. Ma in caso che i giovani non fossero soddisfatti del nostro decoro, poco danno, atteniamoci al parere dei saggi!” E grazie anche al nostro saggio autore.
Preghiamo con le parole della liturgia odierna
O Dio, che nella gloriosa Trasfigurazione del Cristo Signore, hai confermato i misteri della fede con la testimonianza della legge e dei profeti e hai mirabilmente preannunziato la nostra definitiva adozione a tuoi figli, fa’ che ascoltiamo la parola del tuo amatissimo Figlioper diventare coeredi della sua vita immortale. Amen
E oggi potremmo forse trovare il tempo di buttare uno sguardo al nostro…guardaroba. Buona giornata,
PG&PGR