Carissimi,
sappiamo bene che San Francesco di Sales, durante la sua vita, ha avuto modo di confrontarsi con tante categorie di persone e ceti sociali della società del tempo: calvinisti, cattolici, religiosi e religiose, principi e poveri, liberi pensatori e detenuti. Ma ciò che ha caratterizzato tali rapporti è senz’altro la sincerità ed è quello che consiglia anche a noi: “In ogni conversazione occorre dare sempre la preferenza alla spontaneità, alla semplicità, alla dolcezza, alla misura. C’è gente che si comporta e si muove con tanto studio che tutti ne sono annoiati. Uno che non volesse mai spostarsi senza cadenzare il passo, che non volesse parlare senza cantare, sarebbe davvero un peso per tutti; non è diverso per quelli che hanno sempre un contegno studiato e agiscono soltanto con mosse calcolate; rendono impossibile la conversazione; la gente di questo tipo è ammalata di presunzione.” In poche parole invita ad evitare ogni tipo di eccesso dando la preminenza alla gioia piuttosto che alla “musoneria”. Continua dicendo che “in via ordinaria la nostra conversazione deve essere dominata da una gioia moderata. S. Romualdo e S. Antonio vengono molto lodati perché, nonostante tutte le austerità, avevano sempre il volto e le parole illuminate di gioia, allegria e civiltà.” Potremmo anche ripensare ai tanti santi, già citati in qualche incontro passato, che hanno fatto della gioia e dell’allegria un veicolo di evangelizzazione. Lo stesso San Paolo, commenta il Nostro, ci rivolge l’invito a rallegrarsi “con quelli che sono nella gioia (Rom 12,15a)”, raccomandando di essere sempre affabili con tutti (Fil 4,4-5). Ma questa gioia, sottolinea Francesco, deve trovare la sua origine in Cristo perciò “è necessario che il motivo della gioia non solo sia lecito, ma anche onesto”. Proviamo a pensare alla gioia che procura una nascita o la guarigione da una lunga malattia o, più terra terra, quella per la vittoria in una gara sportiva; è senz’altro diversa da quella che prova un ladro dopo aver portato a termine un “buon colpo” oppure quella che prova un gruppo di “scellerati” per aver umiliato qualcuno di fronte a tutti. Infatti, continua il de Sales: “ci sono cose lecite che poi risultano disoneste; per mettere in evidenza, per esempio, la tua modestia, sta attenta a non diventare insolente, il che è sempre da riprovare. Fare lo sgambetto a uno, mettere in ombra un altro, pungere un terzo, fare del male a un menomato, sono scherni e soddisfazioni stupide, insolenti e anche cattive.” Cose lecite che diventano disoneste…Quante volte sentiamo dire dai vari TG che una serata in discoteca, per futili motivi, si è trasformata in tragedia oppure che uno “sfottò” si à trasformato, nel tempo, in vero e proprio bullismo con un epilogo drammatico. La gioia, quella vera, quella che, come direbbe Papa Francesco “fa bene al cuore”, deve fare da “battistrada” non solo al vivere civile, ma anche e soprattutto all’amore del prossimo.
Preghiamo
Signore Gesù che, prima di affrontare la passione, hai parlato ai tuoi discepoli della gioia che viene da Te: infondila nei nostri cuori e aiutaci a trasmetterla agli altri. Amen
Ed oggi un po’ più di gioia in quello che faremo. Buona giornata,
PG&PGR