Carissimi,
il mese di luglio termina e noi affrontiamo un nuovo capitolo, il XXIV, della Terza parte della Filotea che San Francesco di Sales dedica a “Le conversazioni e la solitudine” iniziando con una considerazione generale:“Ricercare le conversazioni e fuggirle sono due estremi ugualmente riprovevoli in una devozione civile quale è quella che vado proponendoti.” Visto che l’uomo, come dice Aristotele, è “un animale sociale”, l’uso dell’aggettivo “civile” si riferisce senz’altro al nostro modo di rapportarci con gli altri e ci sembra estremamente saggia la raccomandazione di fuggire gli eccessi che sono sempre, in qualche modo, dannosi. Infatti precisa: “La fuga dalla conversazione tradisce un senso di superiorità e disprezzo nei confronti del prossimo; la ricerca, per contro, tradisce tendenza all’ozio e alla professione di perditempo.” L’esempio del Maestro è eloquente: egli, nei quasi tre anni di “vita pubblica” ha dedicato moltissimo tempo alla Parola, al contatto con le folle e, in modo particolare, con i suoi discepoli, senza però privarsi di momenti di solitudine e di preghiera per intrattenersi col Padre. Francesco, velatamente, sembra pensare proprio a questo dicendo che “bisogna amare il prossimo come se stessi e, per dimostrargli amore, non bisogna evitare di incontrarlo; ma per dimostrare che vogliamo bene anche a noi stessi, occorre rimanere con…noi quando ne abbiamo l’opportunità.” E tale opportunità la possiamo “sfruttare” solo quando ci troviamo soli con noi stessi. Andiamo avanti. Dal Trattato di San Bernardo sulla “Considerazione” il Salesio estrapola una espressione che, a dire il vero, ci ha un po’ sconcertati facendoci “alzare le antenne”: “Pensa a te stesso e poi agli altri”. Ma come? Non potrebbe suonare come un invito all’egoismo? Certamente no. Come possiamo essere di aiuto agli altri se noi stessi non siamo ben “carichi”? Gesù, prima di iniziare ad annunciare la venuta del Regno di Dio, ha preparato se stesso con i quaranta giorni trascorsi in solitudine nel deserto; il Battista…idem; San Paolo, dopo l’episodio dell’apparizione del Risorto sulla via di Damasco, rimane tre giorni nel buio della cecità ripensando alla vita passata e pregando, preparandosi a ricevere, col battesimo, il dono dello Spirito Santo che farà di lui l’Apostolo delle genti. Il “rientrare” spesso in se stessi è indispensabile per accogliere gli altri. Continua il Nostro: “Se dunque nulla ti impone di far visite o riceverne a casa tua, rimani in te stessa e conversa con il tuo cuore. Ma se ti capita di trovarti in compagnia o, per qualche giusto motivo devi andare a cercarla tu stessa, vacci con Dio, Filotea, e guarda il prossimo con cuore contento e occhio felice.” Ma ci sono, continua Francesco, anche cattive conversazioni…Di queste, però, ci occuperemo dopodomani. Buona domenica. Per il momento…
…Preghiamo
Signore aiutaci a scrutare bene il nostro cuore; fa’ che, accompagnati dal Tuo amore, andiamo incontro ai fratelli e sorelle che incontriamo sul nostro cammino con animo sereno e disponibile. Amen
A chi ha la fortuna di poter fare qualche giorno di ferie nel mese che inizierà domani, auguriamo di ritemprare al meglio il corpo e lo spirito. A chi resta…buona giornata,
PG&PGR