30 Luglio 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

siamo alla quinta ed ultima sezione del XXIII capitolo dedicato alla mortificazione esteriore. L’episodio che Francesco di Sales prende in esame è tratto dai capitoli 22-24 del Libro dei Numeri e sarebbe interessante andarlo a rileggere direttamente sul Sacro Testo, ma lasciamo a voi questa incombenza. Se lo ritenete troppo oneroso o non avete il tempo per farlo dovrete accontentarvi della sintesi che ne fa il Nostro.  Citeremo il testo per intero senza aggiungere commenti a quanto il Nostro ci dirà: “Balaam, cavalcando la sua asina, stava recandosi a trovare Balac; ma siccome la sua intenzione non era retta, l’Angelo lo attendeva sulla strada con la spada sguainata per ucciderlo. L’asina, che vedeva l’Angelo, si fermò tre volte rifiutandosi di avanzare; Balaam la prendeva ferocemente a bastonate per farla avanzare; alla terza volta si coricò del tutto sotto Balaam e, per un grande prodigio, parlò e disse: Che cosa ti ho fatto? Perché mi hai già bastonato tre volte? Subito si apersero gli occhi a Balaam che vide l’Angelo, il quale gli disse: Perché hai percosso la tua asina? Se non ti avesse tenuto lontana) da me io ti avrei ucciso e lei l’avrei risparmiata! Rispose allora Balaam: Signore, ho peccato perché non sapevo che ti eri posto contro di me sulla via. Vedi, Filotea, Balaam ha fatto il male e bastona e percuote la povera asina che non c’entra per nulla. E’ quello che avviene spesso nella nostra vita. Guarda per esempio quella donna; cade malato il figlio o i marito, e subito ricorre al digiuno, alla disciplina, al cilicio, come fece Davide in un caso simile, Cara amica, tu percuoti il povero asino, affliggi il tuo corpo, che non ha niente a che fare con il tuo male. Non è lui che ha provocato la spada di Dio contro di te; correggi Piuttosto il cuore che idolatra il marito e che tollera mille vizi nel figlio, e lo conduce all’orgoglio, alla vanità, all’ambizione. Ci sarà qualche altro che cadrà pesantemente nel peccato di lussuria: il rimorso interiore aggredirà la sua coscienza con la spada in pugno per trapassarla di santo timore; e subito, riprendendo la padronanza del cuore griderà: carne traditrice, corpo traditore, tu mi hai rovinato. E subito infierirà a grandi colpi sulla carne, con digiuni sregolati, discipline senza criterio, cilici insopportabili. Povero te, se il tuo corpo potesse parlare come l’asina di Balaam! Ti direbbe: Miserabile, perché mi percuoti? E’ contro te, anima mia, che Dio prepara la vendetta; sei tu la criminale; perché mi conduci alle cattive conversazioni? Perché impieghi i miei occhi, le mie mani, le mie labbra nei piaceri? Perché mi turbi con cattive fantasie? Fa buoni pensieri e io non avrò cattivi movimenti, frequenta la gente onesta e lo non sarò agitato dalla concupiscenza. Sei tu che mi getti nel fuoco e poi pretendi che non arda. Mi getti il fumo negli occhi e non vuoi che gli occhi si infiammino. In questi casi Dio ti dice: Percuoti spezza fendi, strapazza prima il tuo cuore, perché è contro di esso che sono adirato. Per guarire il prurito non serve molto lavarsi e fare il bagno, quanto piuttosto purificare il sangue e rinfrescare il fegato. Allo stesso modo per sanare i nostri vizi, è bene, sì, mortificare la carne, ma più ancora e necessario purificare i nostri affetti e rinnovare il nostro cuore.”

Non ci sembra il caso di aggiungere altro e vi invitiamo alla preghiera

Signore rinnova il nostro cuore e il nostro spirito; prendi possesso di tutto il nostro essere affinché, animati dal Tuo amore, rendiamo buona e coerente testimonianza nel mondo. Amen

Ed oggi proviamo a ripensare per qualche momento a quanto abbiamo letto. Buona giornata,

PG&PGR