Carissimi,
Francesco di Sales, ieri, ci ha lasciati con questa affermazione: “Chi conquista il cuore dell’uomo conquista tutto l’uomo”. Nella nostra mentalità il cuore, oltre ad essere uno degli organi più importanti del corpo (guai quando non funziona bene!), anche se in modo simbolico, è la sede dei nostri sentimenti. Ed è per questo che, come dice giustamente il Nostro, anche il cuore va educato: “Ma proprio questo cuore, dal quale vogliamo cominciare, ha bisogno di essere educato su come darsi una linea di condotta e un comportamento, di modo che non si manifesti soltanto la santa devozione, ma anche una profonda saggezza con altrettanta discrezione.” La devozione, dunque, deve essere accompagnata dalla saggezza e dalla discrezione. Un concetto non facile da capire e per questo ci vengono offerti dei consigli attraverso alcuni esempi e il primo riguarda il digiuno: “Se sei in condizione di sopportare il digiuno, farai bene a digiunare qualche giorno in più di quelli che comanda la Chiesa; perché, oltre all’effetto ordinario del digiuno, che è quello di liberare lo spirito, sottomettere la carne, praticare la virtù e accrescere l’eterna ricompensa in cielo, il digiuno ci dà modo di dominare i nostri appetiti, e mantenere la sensualità e il corpo sottomessi allo spirito; e anche se i digiuni non saranno molti, il nemico quando si accorgerà che sappiamo digiunare, ci temerà di più.” Cercando di interpretare il pensiero del de Sales, pensiamo non sia sbagliato estendere questo suggerimento a tutti quegli “appetiti” che non giovano allo spirito. Cita poi uno scritto di San Girolamo che mette in guardia nei confronti dei digiuni esagerati: “I digiuni lunghi ed esagerati mi indispongono molto, soprattutto se sono effettuati da persone in giovane età. Ho sperimentato che il somarello fiacco cerca di deviare dal sentiero”. E Francesco commenta: “I giovani che si ammalano per digiuni eccessivi, si girano facilmente verso le cose delicate. I cervi corrono goffamente in due circostanze: quando sono troppo grassi e quando sono troppo magri. Anche noi siamo molto fragili di fronte alle tentazioni sia quando il nostro corpo è troppo pasciuto, come quando è troppo debole; nel primo caso è presuntuoso nel suo benessere, nell’altro è disperato nel suo malessere; quando è troppo grasso non riusciamo a portarlo, quando è troppo magro lui non porta noi.” Proviamo a leggere questa citazione sotto un altro aspetto: il corpo troppo pasciuto è quello che non si priva di nulla; quello troppo debole si priva di tutto, a volte anche del necessario. Presunzione del benessere e disperazione del malessere: in ambedue i casi si diventa fragili e la prima a farne le spese potrebbe essere la carità: “La mancanza di misura nei digiuni, nelle flagellazioni, nell’uso del cilicio, nelle asprezze rende molte persone incapaci di consacrare gli anni migliori della vita ai servizi della carità” Sembra che anche uomini santi, tra i quali San Bernardo, siano caduti incautamente in questo errore: “Questo avvenne anche a S. Bernardo che si pentì in seguito di aver abusato di penitenze troppo dure; chi ha trattato con troppa durezza il proprio corpo all’inizio, finirà col blandirlo alla fine. Non pensi che se quei tali avessero agito con più senno, se gli avessero riservato un trattamento sempre uguale e adeguato ai suoi compiti ed alle sue occupazioni avrebbero fatto meglio?” E’ proprio vero: nessuno è perfetto e a volte la ricerca della perfezione può portare alla presunzione facendoci dimenticare, o passare in secondo piano, i nostri doveri più urgenti. Anche qui non sarebbe male chiedere l’aiuto di Santa Maria…dell’equilibrio.
Preghiamo
Aiutaci Signore ad essere maggiormente equilibrati senza avere la pretesa di raggiungere traguardi eccelsi, ma di accontentarci di fare dei piccoli passi in avanti sempre dando la precedenza alla carità. Amen
Ed oggi, qualche passettino in avanti. Buona giornata,
PG&PGR